Penne Nettuno 1911
Nettuno 1911
4,4 stelle, basato su
14 recensioni
da € 150,00
a € 890,00
NETTUNO 1911
Benché si tratti di un marchio minore, legato principalmente alle attività commerciali della famiglia Vecchietti e dello storico negozio di Bologna, la Nettuno è senz'altro uno dei marchi storici nella produzione italiana, e le sue attività, di cui ci sono tracce risalenti fino al 1911, la rende uno dei più antichi, se non il più antico.
La produzione della Nettuno non si distingue particolarmente dal resto della produzione italiana, e resta sostanzialmente legata alle attività del negozio bolognese, ma sia per la presumibile collaborazione con Omas, che per la qualità delle penne prodotte, le stilografiche di questa marca restano di grande interesse collezionistico.
Le prime tracce delle origini della Nettuno risalgono al 1911, data per la quale è disponibile il bozzetto di un volantino pubblicitario con il marchio con la fontana del Nettuno di Piazza Maggiore di Bologna, scelto da Umberto Vecchietti, fondatore dall'azienda, come proprio simbolo. La fondazione ufficiale dell'azienda risulta però essere più tarda, dagli archivi della Camera di Commercio di Bologna infatti risulta la data del 1916,[1] e questo rende senz'altro eccessiva la pretesa, riportata nelle riedizioni contemporanee di alcuni modelli di questo marchio, di fregiarsi del titolo di "dal 1911".
Tutto ciò renderebbe comunque la Nettuno il più antico produttore di stilografiche italiano, al pari di Tibaldi almeno per quanto riguarda l'anno di fondazione. Non è chiaro però quando la produzione di stilografiche sia effettivamente iniziata. La prima carta intestata infatti parla di ricambi e riparazioni. Inoltre, almeno per i primi tempi, la produzione avveniva assemblando i pezzi prodotti da altri in casa dello stesso Umberto Vecchietti da parte della sua stessa famiglia; trattasi pertanto più di una attività a conduzione familiare che di una vera fabbrica di penne stilografiche.[2]
Una prima traccia certa della produzione di penne stilografiche origina al 1921, data di registrazione del marchio Penna Nettuno Sicurezza usato per la produzione di penne realizzate sia con caricamento a contagocce che safety. La produzione iniziale è infatti abbastanza convenzionale, con penne in ebanite nera liscia di diverse misure (502, 504, 506, 508). A queste si aggiungono penne con rivestimenti in metallo placcato oro.
Nel 1922 Umberto Vecchietti morì, lasciando l'azienda nelle mani della moglie, Ada Corazza Vecchietti, che la portò avanti aprendo, nel 1928, lo storico negozio di Via Marconi 6, ancora oggi gestito dalla famiglia. Nel 1930 il figlio di Umberto, Alfonso, subentrò alla madre nella conduzione dell'azienda, portata avanti fino alla chiusura della stessa negli anni '50.
Intorno alla metà degli anni '20 anche la Nettuno, come tutti gli altri marchi italiani, iniziò una produzione di imitazioni della Duofold, che all'epoca era il riferimento stilistico di tutti i produttori. In questo caso venne anche adottato il caricamento a pulsante di fondo, ed i modelli, a parte l'incisione del nome Nettuno sul fermaglio sono sostanzialmente identici all'originale della Parker, sia per la clip a pallina, che per la forma di corpo, cappuccio e fondello. Negli anni '30, continuando a seguire l'evoluzione della Duofold, vennero prodotti nuovi modelli in versione streamlined, e venne introdotta anche una nuova clip con terminazione a forma di spatola.
Una Nettuno Superba
All'incirca nel 1936 venne introdotta la nuova linea Nettuno Superba, dotata di linee più affusolate e molteplici verette decorative poste sia sul cappuccio che sul corpo della penna. La prima versione, caratterizzata anche da una ampia banda metallica sul cappuccio decorata con un motivo a scacchiera, era realizzata con caricamento a pulsante di fondo, ma la penna restò in produzione, sia pure con una serie di modifiche e rifacimenti, fino agli anni '50.
All'inizio degli anni '40 venne poi introdotta la Nettuno Docet, un modello con caricamento a stantuffo e corpo trasparente, in una unica misura. A questa si affiancò la Export, una penna di fascia bassa sempre con caricamento a stantuffo ma prodotta in tre misure. e diverse decorazioni. La produzione finale degli anni '50 vede diversi modelli con pennini in acciaio sia coperti che ordinari, ma sempre di fascia economica.
Nella seconda metà degli anni '50, con il progressivo avvento della penna a sfera, vedendosi sempre più ridurre gli spazi di mercato, Alfonso Vecchietti decise di interrompere la produzione per dedicarsi solo alle attività del negozio. Il marchio, come molti altri, è stato recentemente riportato in vita per la produzione di stilografiche moderne.