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Platignum Studio - Recensione di "Phormula"

Platignum Studio - Recensione di "Phormula"

Platignum “Studio”

Anche se in Italia è un poco noto, Platignum è una casa inglese fondata nel 1919 che ha dato molto al mondo della stilografica e degli strumenti di scrittura in generale, con innovazioni come il pennino intercambiabile e la penna a sfera con il meccanismo a scatto. Il nome Platignum è derivato da quello del platino, un metallo che a quel tempo era ancora più prezioso dell’oro. Fin da subito l’azienda si è caratterizzata come produttore di penne di qualità ma di prezzo contenuto. Infatti è stata tra le prime se non la prima ad introdurre il pennino in acciaio, con lo slogan “As good as gold”, altrettanto valido dell’oro. Nel corso della seconda guerra mondiale l’azienda ha contribuito allo sforzo bellico con penne che nascondevano all’interno bussole o mappe. A Platignum si deve anche la diffusione del caricamento a cartuccia sul mercato inglese, al punto che negli anni 50-70 in quel paese Platignum è stato sinonimo di penna scolastica. Dopo avere attraversato un periodo di crisi, nel 2007 il marchio è stato acquisito da Snowpake e rilanciato, continuando a proporsi come produttore di penne di qualità a prezzo contenuto, come questa “Studio”, che ho acquistato presso la “Casa della Stilografica” di Firenze. Chiaramente il contenimento dei costi è stato ottenuto attraverso la produzione in Asia, anche se la casa madre fa di tutto per sottolineare il carattere “British” del prodotto. Il modello “Studio” è disponibile sia come stilografica con pennino medio che come penna a sfera con meccanismo a rotazione e ricambio standard G2 (tipo Parker). E’ declinato in una ampia gamma di colori, io ho scelto la versione arancione.

Estetica e design 8
Niente da dire, è una bella penna. Il design è volutamente classico, ma colpisce per la totale assenza di cromature, le parti come la clip che nelle penne sono in metallo cromato, in questa Platignum sono in metallo verniciato nero. Da questo punto di vista assomiglia molto ad alcune varianti della Monteverde “Invincia”, con la differenza che quest’ultima penna costa quattro volte la Platignum. A testimoniarne la vocazione economica più che il design contribuisce la scatola in cartone con l’alloggiamento della penna in plastica termoformata. All’estero l’ho vista in vendita in un espositore, confezionata in un blister di plastica trasparente. Insieme alla penna vengono fornite due cartucce, di formato proprietario, una nera e l’altra blu. La forma della clip è caratteristica del marchio e richiama quella del pennino di una stilografica. Sul cilindro è riportata in nero la scritta Platignum. Il tappo si apre a pressione rivela un pennino è in acciaio dotato di foro di sfiato. L’impugnatura è di gomma morbida. Esteticamente il pennino è la parte meno riuscita della penna, perché sembra sottodimensionato, anche se in realtà risponde con una ottima qualità di scrittura. E’ presente un gradino evidente tra impugnatura e cilindro, caratteristica che potrebbe non risultare gradita a chi ama impugnare la penna con una presa molto alta. Nelle versioni di colori vivaci come la mia arancione è una penna ideale per l’uso scolastico, in quelle meno vistose (bianco e blu) si presta anche all’utilizzo in ambienti professionali.

Realizzazione e qualità 9
Da questo punto di vista è una penna che dà i punti anche a stilografiche più costose. E’ realizzata interamente in metallo verniciato (ad un primo esame si direbbe alluminio), l’impugnatura è rivestita in gomma e tutti i particolari sono assemblati con cura. Se non fosse per l’aspetto economico della confezione, sarebbe difficile credere di avere tra le mani una penna che costa meno di 20 Euro. In pratica si tratta di un prodotto perfettamente in linea con la filosofia del marchio. A testimonianza di questo, sul fondo del cilindro è stato previsto un incastro simile a quello presente sulla sezione. Questo permette di agganciare il tappo quando si scrive con il cappuccio calzato, evitando che si possa staccare accidentalmente, dondoli compromettendo la qualità di scrittura o possa sfregare contro le parti verniciate. Gli unici dubbi sono la durata nel tempo della chiusura a pressione del cappuccio, quella della verniciatura ai graffi e la resistenza dell’impugnatura gommata. Il cilindro invece non dovrebbe avere problemi, anche se il corpo è realizzato in alluminio, la filettatura è in ottone. In ogni caso, considerato il prezzo, il punteggio è ampiamente meritato. Difficile fare di più in questa fascia di prezzo e con questi materiali di partenza.

Peso e dimensioni 8,5
Le dimensioni sono nella media, la penna è lunga 13,8 cm da chiusa, che diventano 12,2 togliendo il cappuccio e 15,4 scrivendo con il cappuccio calzato. Il diametro della sezione è 11 millimetri, il che ne fa una penna ideale per chi ama le impugnature non troppo larghe. Il diametro massimo è circa 13 millimetri. La realizzazione interamente metallica non la rende una penna particolarmente pesante, molto probabilmente grazie all’impiego di alluminio. Io ho misurato 29 grammi con il cappuccio e 19 senza. Grazie al meccanismo di aggancio al cilindro, la penna è molto comoda da usare anche con il cappuccio calzato, la si può capovolgere senza timore che il cappuccio si sfili, e non risulta particolarmente sbilanciata verso la parte posteriore. L’unico appunto va all’impugnatura, che per quanto mi riguarda è perfetta, la gommatura la rende particolarmente comoda anche nelle lunghe sessioni di scrittura, ma che potrebbe essere sgradita a chi ha una impugnatura alta a causa del gradino tra l’impugnatura e il cilindro. Per questa ragione consiglio una prova prima dell’acquisto a chi ha questo tipo di impugnatura.

Pennino e prestazioni 9
Non promette la luna ma ci arriva vicino. La penna viene venduta con un unico tipo di pennino, che in pratica è un medio europeo, molto simile agli analoghi Pelikan, Faber Castell o Lamy. Teoricamente niente di particolare, un normale pennino in acciaio standard, ma nella pratica ho caricato la penna con una cartuccia di Pelikan 4001 Royal Blue e mi sono trovato a scrivere con un pennino dal tratto medio e dal flusso relativamente abbondante, molto scorrevole e privo di impuntature o salti di tratto. Nessun problema di ripartenza anche dopo qualche giorno di permanenza in posizione verticale o qualche minuto senza cappuccio. E’ una penna che si adatta molto bene all’impiego scolastico o alle lunghe sessioni di scrittura. L’alimentatore è bilanciato correttamente e dopo un’ora e alcune pagine di scrittura continua, non si nota alcuna diminuzione del flusso. Teoricamente dovrebbe essere un pennino rigido, ma rispetto ad analoghi della concorrenza presenta una certa risposta e una leggera tendenza ad esaltare le sfumature degli inchiostri, anche se definirlo “flessibile” sarebbe una eresia. Nonostante il tratto medio ed il flusso relativamente abbondante, la penna rimane utilizzabile in una ampia gamma di situazioni, basta tenersi alla larga dalla carta di qualità molto scadente. Un pennino di dimensioni leggermente maggiori avrebbe giovato all’estetica ma non avrebbe cambiato l’esperienza di scrittura, che è ottima. In passato su alcune penne di dimensioni generose rispetto a quelle del pennino ho notato una certa tendenza di questo a disallinearsi se sottoposto a sforzi, ma sinora su questa “Studio” non è successo. In conclusione, se guardassi al prezzo, dovrei dare il massimo dei voti, l’unico motivo per cui non lo faccio è l’impossibilità di scegliere almeno tra le tre misure europee standard (F, M e B). Chi desidera un tratto più fine o più largo rispetto ad un medio europeo deve per forza di cose rinunciare all’acquisto.

Caricamento e manutenzione 6
OK, è una penna a cartuccia/converter. Del resto a questo prezzo non si può pretendere altro. Il motivo per cui ho dato un voto basso è che in teoria questa penna utilizza cartucce e converter proprietari Platignum. Le cartucce sono una via di mezzo tra quelle internazionali lunghe e quelle corte. Non amo questo tipo di penne perché il formato proprietario limita la scelta di inchiostri e fa salire i costi. Generalmente le cartucce di formato proprietario sono più costose e difficili da reperire rispetto a quelle internazionali standard, soprattutto quando, come in questo caso, il marchio non è molto diffuso in Italia. Infatti Platignum offre solo due colori: blu e nero. La fortuna è che, anche se la casa non lo dichiara espressamente, la penna funziona egregiamente anche con le cartucce internazionali, sia lunghe che corte, infatti io sto usando la mia senza problemi con le cartucce Pelikan 4001 Royal Blue e per qualche giorno l’ho usata con cartucce Diamine Umber. Se da una parte comprendo la scelta della casa di puntare su un formato proprietario per assicurarsi un ritorno economico anche dopo avere venduto la penna, su una penna economica le cartucce internazionali dovrebbero essere lo standard. Il problema ovviamente non si pone se insieme alla penna si acquista il converter proprietario.

Qualità/Prezzo 9,5
Alla resa dei conti non è una penna perfetta, un pennino leggermente più grande l’avrebbe resa più accattivante esteticamente, si sarebbe potuta allungare l’impungatura leggermente per eliminare il gradino si sarebbero potute usare cartucce internazionali standard anziché un formato dedicato e si sarebbe potuta offrire la possibilità di scegliere la larghezza del pennino, soprattutto considerato che Platignum è la casa che ha inventato il pennino intercambiabile. Se però sull’altro piatto della bilancia si mette il fatto che la penna è realizzata con cura, scrive benissimo e costa meno di 20 Euro, non si può che concludere che si tratta di una delle penne con il miglior rapporto tra qualità e prezzo tra le penne di fascia economica. Stupisce che molti di questi aspetti negativi si sarebbero potuti risolvere senza che il costo della penna ne risentisse eccessivamente.

Conclusioni 9
Se avessi dovuto usare questa penna con le cartucce proprietarie, non sarei andato oltre la sufficienza. Non ha senso secondo me spendere 20 Euro per una penna per poi annullare il risparmio con il maggior costo delle cartucce proprietarie, oltretutto difficili da reperire in Italia. Fortunatamente non è così e si possono usare le cartucce internazionali, il che permette sia di andare al risparmio utilizzando cartucce economiche, sia di allargare la gamma delle tonalità di inchiostro disponibili, considerando l’offerta di marchi come Diamine. In questo caso il rapporto qualità/prezzo migliora notevolmente e posiziona questa Platignum di diritto tra le migliori penne economiche, di fatto una tra le poche alternative per chi desidera una penna economica che non sia realizzata in plastica. Certo, non si può nascondere che si tratta di un prodotto realizzato in Asia e che dello spirito British del marchio non è rimasto molto. Nonostante il marketing della casa. non è certo la penna che la Regina Elisabetta utilizzerebbe per firmare un documento ufficiale, ma alla fine una penna come questa si compra per scriverci e questo la “Studio” lo sa fare molto bene. Ringrazio Marco de “La Casa della Stilografica” di Firenze che mi ha permesso di acquistare questa splendida penna a prezzo contenuto. Molto probabilmente a breve arriverà una gemella di colore giallo.

 

Noi di Casa della Stilografica, ringraziamo come di consueto, l'amico Phormula per l'ennesima fantastica ed utilissima recensione!
La stessa la trovate pubblicata anche sul forum http://pennestilografiche.forumfree.it : Platignum Studio