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Pelikan Edelstein Topaz - Recensione di Phormula

Pelikan Edelstein Topaz - Recensione di Phormula

Premessa

Al di là dei problemi, si spera risolti, con la recente ri-formulazione del 4001 Nero e quelli di degradazione del Blue-Black se non correttamente conservato, Pelikan ha sempre prodotto ottimi inchiostri di prezzo contenuto, veri “cavalli di battaglia” nei tempi in cui le penne stilografiche erano uno strumento di scrittura quotidiano e non, come oggi, limitate agli appassionati. Non credo esista persona che non abbia usato almeno una cartuccia di 4001 Blue Royal. Il prezzo basso e l’immagine “scolastica” sono appunto i limiti degli inchiostri Pelikan, e tutto questo non rende loro giustizia perchè ne fanno passare in secondo piano le qualità. Quando la passione si fa seria, uno si sente quasi in obbligo di ignorarli, prendendo in considerazione solamente inchiostri più blasonati e costosi. In Pelikan devono essersi resi conto di questo e, senza abbandonare la classica linea 4001, qualche anno fa Pelikan ha deciso di allargare l’offerta verso l’alto, introducendo la linea di inchiostri Edelstein, che in tedesco vuol dire “pietra preziosa”. Infatti i nomi di questi inchiostri sono ispirati alle pietre preziose. Prezioso è anche il prezzo, siamo attorno ai 12 Euro per 50 ml, ovvero circa 0,25 Euro al millilitro, praticamente il doppio rispetto al 4001 e nella fascia di prezzo degli inchiostri premium. Per le mie abitudini di scrittura questa cifra significa indicativamente 2 centesimi a pagina A4. Per venire incontro alle esigenze della clientela utilizzatrice di penne con caricamento a cartucce e più o meno in contemporanea con il lancio delle varianti a cartucce delle penne M200/M205, Pelikan ha iniziato a commercializzare gli inchiostri della gamma Edelstein anche in cartucce Pelikan lunghe, meglio note come “cartucce internazionali” lunghe. Il prezzo di vendita è intorno ai 5 Euro. A parità di quantità di inchiostro, il prezzo è circa il doppio rispetto alle cartucce della serie 4001.

Presentazione

L’unità di vendita è una scatolina di metallo, con colori e scritte che richiamano la scatola di cartone del calamaio, che contiene sei cartucce lunghe, avvolte in un foglio di carta. Su ciascuna cartuccia sono incisi il marchio Pelikan, il famoso logo del pellicano e le scritte “Edelstein” e “Ink Collection”. Il colore dell’inchiostro è riportato sul coperchio della scatolinaa, ma è una indicazione da prendere con le molle, nel mio caso il colore reale si è rivelato meno blu rispetto a quello dipinto sulla scatola.

Prestazioni

La prova è stata effettuata utilizzando una penna Porsche Design P3105 “Pure Black” con pennino fine in oro 18K, prodotta da Pelikan su licenza e recensita a parte. E’ una penna caratterizzata dal flusso abbondante, come è tradizione delle Pelikan di fascia alta, e dalla larghezza del pennino più simile a quella di un medio europeo che del fine nominale.

Flusso

Ottimo e abbondante. Complice la penna, si “mette giù” una bella quantità di inchiostro sulla carta, contribuendo alla scorrevolezza del pennino, che è davvero eccellente. Il flusso abbondante è la caratteristica che influenza tutte le altre. A cominciare dalle ripartenze, che sono non sono perfette ma restano molto buone, anche quando la penna rimane senza cappuccio per una decina di minuti o inutilizzata per qualche giorno. La stessa cosa si può dire per il tratto. E’ un inchiostro che esalta la larghezza del pennino. I salti di scrittura sono un evento raro, anche su penne abbastanza problematiche.

Aspetto cromatico

Pelikan nel proprio sito definisce questo colore come un blu-porpora. A me sembra più un blu medio, con tendenza al ciano. Come per tutti gli inchiostri non molto saturi, il colore è fortemente influenzato dal flusso. Se lo si usa in una penna dal flusso abbondante, è un blu medio, molto simile al Royal Blue di Diamine. Utilizzandolo su penne dal flusso ridotto, la tonalità diventa più vicina al ciano, emerge una leggera sfumatura verso il verde e, spingendo la cosa al limite, l’inchiostro perde molto di sostanza, con il tratto che diventa slavato. E’ una caratteristica comune a molti inchiostri che cambiano colore a seconda della densità del tratto, come il Waterman Mysterious Blue (ex Blue-Black). Forse il riferimento alla pietra preziosa non è del tutto sbagliato, le pietre preziose non hanno un colore ben definito, le sfumature cambiano da una pietra all’altra, e così è anche per questo inchiostro. L’aspetto cambia veramente in funzione della penna che si usa. Personalmente, preferisco utilizzarlo sulla P3105 perché il flusso abbondante e le caratteristiche del pennino, che presenta un minimo di flessibilità, permettono di esaltarne le sfumature.

Feathering/Bleed Through

Abbastanza pronunciati entrambi. “Colpa”, ancora una volta, del flusso e delle caratteristiche della penna. Utilizzarlo in una penna dal flusso abbondante e su carta scadente è la ricetta perfetta per il disastro. Per quanto mi riguarda, lo uso su carta Rhodia/Clairefontaine senza alcun problema. Ogni tanto mi capita di scrivere su altre carte, meno pregiate, e qui bisogna starci un po’ attenti, perché è un inchiostro che tende a “bagnare” la carta, penetrando a fondo. Credo che utilizzando una penna dal flusso meno pronunciato, le caratteristiche dell’inchiostro tornerebbero nella media e la gamma di carta utilizzabile si allargherebbe, ma in cambio si perderebbero le sfumature, che sono la caratteristica principale per cui vale la pena di prenderlo in considerazione.

Asciugatura/Resistenza all’acqua

E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. A dispetto del flusso abbondante, asciuga molto in fretta. Sulla carta Rhodia/Clairefontaine, intrinsecamente molto liscia e poco assorbente, si va fuori pericolo in meno di una decina di secondi e si può girare pagina con tranquillità aspettando qualche secondo in più. Sono valori molto bassi rispetto ad altri inchiostri. Quanto scritto a proposito del feathering si traduce in una maggiore resistenza all’acqua rispetto ad altri inchiostri. La tendenza a penetrare nella carta lo rende più resistente al contatto con l’acqua, quando si va oltre la normale umidità delle dita. Anche se i danni sono visibili, il testo non è andato completamente perso. Prima di destinarlo alla P3105 l’ho testato su altre penne e non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrarle. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce.



Utilizzo consigliato

Ambienti di lavoro. Non è un blu-nero e nemmeno un blu scuro, ma nemmeno un blu dei mari del Sud. Va benissimo per le note personali e per la corrispondenza informale, meglio se utilizzato in penne con un buon flusso, in modo tale da avere un tratto sufficientemente scuro. Potrebbe sollevare qualche sopracciglio o essere visto come fuori luogo nelle occasioni più formali, dove il nero è di casa, noblesse oblige. E’ sufficientemente scuro per garantire una buona fotocopi abilità e, pur non essendo permanente, la sua resistenza all’acqua è superiore alla media.

Studenti. Utilizzabile, può essere una buona alternativa al classico Royal Blue. I tempidi asciugatura ridotti e la resistenza all’acqua superiore alla media sono un vantaggio. Le penne scolastiche sono caratterizzate da un flusso ridotto, e questo dovrebbe evitare problemi di feathering e bleed through su carte scadenti, ma nel contempo ne esalta la componente ciano. Alcuni insegnanti potrebbero non gradirla, soprattutto nei compiti in classe o negli esami. Come per l’uso in ufficio, meglio avere a portata di mano una penna con un inchiostro più “serioso”. Il costo è superiore a quello del classico 4001 Royal Blue, ma non così alto da scoraggiarne l’utilizzo.

Personale. Nessuna controindicazione, è un inchiostro di un colore blu medio che si comporta molto bene, quindi è solo questione di preferenze cromatiche. Ancora una volta, può non essere indicato nella corrispondenza formale o laddove si vuole che il contenuto del messaggio prevalga sulla forma, ma per quella privata va benissimo.

Disegni/Annotazione. La tendenza a sfumare lo rende adatto al disegno, mentre le annotazioni a margine dei testi sono possibili solamente se il testo è scritto in nero.

Conclusioni

Da un inchiostro che porta il nome Pelikan ci si attende un comportamento inappuntabile e questo Edesltein Topaz non delude. Si tratta di un bel blu medio, che dà il meglio di sé su penne dal flusso un po’ abbondante, ma senza esagerare, penne che ne esaltano le sfumature, e si riduce ad un ciano su quelle dal flusso magro. Può essere una alternativa da prendere in considerazione per chi è alla ricerca di un blu da uso quotidiano ma desidera una tonalità più solare rispetto ai classici blu scuri. Ci si deve solo giocare un po’ per capire quale sia la penna migliore con cui usarlo, perché il colore e le sfumature sono molto influenzate dalle caratteristiche della penna. E’ disponibile sia in cartucce che in calamaio. Il costo è superiore a quello degli inchiostri di fascia bassa, ma non è tale da scoraggiarne l’uso quotidiano.

Noi di Casa della Stilografica di Firenze ringraziamo l'amico Phormula per la solita incredibile e dettagliata recensione dell'inchiostro Topaz!