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Lamy Cp1 Recensione di Simone Piccardi

LAMY Cp1 - Recensione di Simone Piccardi

Torno ancora una volta sulla Lamy, una delle marche più interessanti nella produzione attuale, per recensire un modello, la CP1, che mi pare ingiustamente sottovalutato.
Sarà la mia tendenza a fare il bastian contrario, ma trovo apprezzabile che di fronte ad una tendenza di mercato che sembra nettamente orientata verso penne imponenti di grandi dimensioni, venga ancora prodotta una penna che fa di una linea sottile ed essenziale la sua caratteristica principale.

La penna rientra a pieno nella filosofia produttiva della Lamy: uno stile minimalista con una grande qualità costruttiva, il tutto finalizzato a produrre strumenti di scrittura, destinati esattamente a questo scopo. Quindi nessuna concessione all’ostentazione, e linee essenziali e moderne. Per questo si tratta di una penna che può non piacere affatto rispetto alle tendenze attuali, ma che invece a me risulta estremamente gradevole.

La CP1 è una penna sottile, costitituita da un cilindro di alluminio anodizzato nero, opaco e ruvido, senza nessuna decorazione, con una clip a molla in acciaio lucido di forma semplice e lineare. La sezione in plastica scura consente una presa sicura grazie alle scanalature riportate su di essa. Il tappo, nello stesso materiale del corpo, si chiude a incastro in maniera molto precisa. Il caricamento, (sarebbe stata una vera impresa fare altro, visto il diametro della penna) è a cartuccia/converter.

La penna è davvero leggera e perfettamente equilibrata, si impugna molto comodamente nonostante sia alquanto sottile. Viene dotata, visto anche il prezzo molto contenuto, dal pennino in acciaio in uso su tutte le penne di fascia bassa dell’azienda, a partire dalla Safari. Come per tutte le altre Lamy, nonostante si tratti di una produzione tutto sommato economica, le finiture sono eccellenti e la qualità della lavorazione è evidente.

L’esperienza di scrittura, e non potrebbe essere altrimenti essendo identici alimentatore e pennino, è la stessa delle altre Lamy della stessa fascia. Si tratta di penne che scrivono molto bene con un flusso equilibrato e senza salti anche nella scrittura veloce, come evidenziato nell’immagine precedente. Il pennino, come risulta dal test di scrittura, è rigido.

Come per le altre Lamy però c’é il difetto, per chi come me ama i tratti sottili, di un EF troppo abbondante (quasi un M) e la cui scorrevolezza, pur buona, resta nettamente inferiore a quella che si può trovare su una giapponese. Una differenza di scorrevolezza che si riduce drasticamente con i pennini nelle misure superiori, che però non rientrano nei miei gusti…

In definitiva si tratta di una penna che ha uno stile personale che non sfigura in nessun ambiente, è leggera e maneggevole, e promette, specie se non siete fissati con gli estrafini, di essere una comodissima compagna nelle proprie sessioni di scrittura. Ed infine, come tutte le Lamy, ha pure un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Riassumo ancora una volta il giudizio con la inevitabile tabellina dei voti, con l’altrettanto inevitabile avviso che sono e restano puramente indicativi dei gusti del recensore…

  • aspetto: 8.5 (stile moderno semplice ed originale)
  • realizzazione: 8.5 (ottimo materiale, finitura e lavorazione ineccepibile)
  • scrittura: 7.0 (pennino scorrevole, tratto eccessivo per un EF)
  • sistema di caricamento: 6.5 (ordinario caricamento a cartuccia)
  • qualità/prezzo: 8.5 (ottimo rapporto qualità/prezzo)


Al solito i miei ringraziamenti a Marco Moricci della Casa della Stilografica che anche questa volta mi ha messo a disposizione la penna per eseguire le prove di scrittura e mi ha fornito le fotografie della stessa usate nell’articolo.

Simone Piccardi.

La recensione è pubblicata anche sul forum: fountainpen.it