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Delta 70th - Recensione by "Fenomeno"

Marca DELTA
Modello 70th

Pennino F

DATI TECNICI:
Lunghezza da chiusa: 14 cm.
Lunghezza da aperta: 12,4 cm.
Spessore impugnatura: 1 cm.
Lunghezza pennino: 2 cm.
Caricamento: a cartuccia / converter.
Il converter è fornito in dotazione al momento dell’acquisto ed ha una capacità di 0,8 ml.
Lo scorrimento della vite all’interno del converter è morbido ed è nettamente migliore rispetto a quello fornito con la Delta Anni ’70.

PESO:
- con cappuccio calzato: 24 gr.
- senza cappuccio: 14 gr.
- cappuccio: 10 gr.
Pennino: in acciaio
Cappuccio: ad avvitamento (non a pressione)
Abbiamo uno spazio di impugnatura (dal pennino) di 1,6 cm. prima di trovare 0,5 cm. di filettatura di avvitamento.

*        *        *

Per la prima volta arriva un pacco dalla Casa della Stilografica indirizzato a me! (e non a Fenice!)
All’arrivo del Corriere DHL “mi fiondo” al ritiro del plico.



All’interno vi è una lettera di Marco Moricci “CIAO FENOMENO! TI INVIO LA DELTA 70th PER LA RECENSIONE. GRAZIE MILLE! CIAO MARCO”.
Inizio a sudare freddo.
So che la penna in questione è “particolare”, è stata fatta per il 70° anniversario della Casa della Stilografica ... ma a me Delta non piace!
Sono troppo abituato a Sailor e Pilot.

Esteticamente è molto bella ma ... il pennino in acciaio di Delta non mi ha mai entusiasmato.
Fenice ha comperato altre 2 Delta con pennino in acciaio, tratto M - di standard - (Delta Anni ’70 e Delta Vintage) ma non si è mai trovata più di tanto.
La Delta Vintage ha dovuto fare un giro dal “PENNAIO” prima di scrivere in modo decente, la Delta Anni ’70 ha un converter pietoso e non è particolarmente confortevole nelle lunghe sessioni di scrittura (impugnatura non spaziosa e scivolosa).

La Delta Blue Jay esce dagli schemi perché è meravigliosa e scrive divinamente, ma ha un grandissimo difetto: troppo cicciona! Nell’uso prolungato mi si stanca la mano (magari quando sarò “grande” ... non la troverò più così scomoda).

*        *        *

Estetica e design: 10

Il modello è quello della Delta Italiana, la resina è ripresa dalla splendida Delta Dolcevita, lasciando a quest’ultima le dimensioni generose e riportando la penna ad una effettiva utilizzabilità.
Quando mio padre (che non è un estimatore di penne stilografiche) ha visto la mia foto con in mano la Delta 70th ha chiesto: “Cos’è? Una carota?”.


 

Una volta osservata di persona la sua considerazione è cambiata: “Che bella! Che bel colore!”
La forma ricorda una carota, è vero - o un sigaro - ma le estremità sono tronche.
In coda tende a smorzare lo spessore dell’area centrale del fusto in giunzione con il cappuccio (1,4 cm) assottigliandosi fino ad arrivare a 0,8 cm.

La trovo BELLISSIMA.










 

Realizzazione e qualità: 10

Il materiale è in resina. La solidità della penna è palpabile, non si ha la sensazione di “delicatezza”.
Credo che sia una penna destinata a durare a lungo (anche nelle mani di un bambino).

La clip è robusta, ha una lunghezza di 4 cm. ed una spaziatura di aggancio di 3,8 cm.
Non so quanto possa essere idonea ad un uso “da taschino” perché il peso complessivo è rilevante.
Con qualche difficoltà si riesce a farcela stare negli astucci scolastici, anche se gli elastici di contenimento sono costretti ad uno sforzo notevole in considerazione della “circonferenza” di tale esemplare.
La qualità è eccellente.

Una penna TOSTA.

Peso e dimensioni: 9
Le dimensioni sono maggiori rispetto alla Delta Anni ’70 e alla Delta Vintage (due esemplari che, in comune con la 70th, hanno la scelta cromatica, ossia l’arancione) e ciò non può che assicurare un maggiore confort in sede di scrittura.
La bilanciatura è ottima, tuttavia si sconsiglia l’utilizzo con il cappuccio posted: le dimensioni arrivano a 15,5 cm., si percepisce il peso della clip e il cappuccio non calza perfettamente “in coda” rischiando di essere “catapultato” nella cuccia del cane in sede di scrittura “vigorosa”.
Ho qualche dubbio sulle lunghe sessioni di scrittura perché non è esattamente un “peso piuma”.

Dimensioni PERFETTE e CONFORTEVOLI.

Peso da valutare sul campo (durante lunghe sessioni di scrittura).

Pennino e prestazioni: 9
Ero certo di fare una recensione negativa nell’esame di tali aspetti invece ... ho dovuto ricredermi.
A prima vista i pennini delle 3 Delta arancioni (70th - Anni ’70 - Vintage) sono assolutamente identici.
Sono uguali, ma non scrivono nello stesso modo.






 

La Anni ’70 e la Vintage montano un pennino M (di standard, senza possibilità di scelta), la 70th calza un pennino F.
I due M non suscitano particolare entusiasmo, mentre il pennino F della 70th dà soddisfazione e risulta decisamente più scorrevole e piacevole.
1° NON GRATTA
2° E’ SCORREVOLISSIMO
3° NON HA INTERRUZIONI DI TRATTO
Il pennino è senza ombra di dubbio rigido (ma non è il rigor mortis della Faber Castell o di Lamy).
Su carta Fabriano EcoQua, caricata con inchiostro “Diamine” (tra i più economici) non fa rimpiangere i pennini in oro della stessa Casa Madre (Delta).
Volutamente non ho caricato la penna con inchiostri “più generosi”, che garantiscono una maggiore fluidità e scorrevolezza del pennino (Saior, Aurora, Pelikan Edelstein e Iroshizuku) proprio per testarne le reali “capacità”.
Il risultato è stato straordinario.
Quando un pennino “gratta” lo si aiuta con inchiostri mirati (e decisamente più costosi) che assicurano una qualità di scrittura quantomeno decente.
In questo caso, non è stato necessario tale accorgimento.


 

Si segnala inoltre che nella Delta 70th può tranquillamente trovare alloggiamento la cartuccia lunga di Pelikan Edelstein!

Lasciata aperta per 10 minuti sulla scrivania riprende a scrivere come se per tutto quel periodo avesse avuto il cappuccio calzato.
Scrive senza problema e senza allargare il tratto su correttore a nastro (N.B.: Gli inchiostri Pelikan Edelstein non si comportano bene su tale superficie di scrittura).
Il flusso è costante e corposo (ma non è un idrante tipo Pelikan - fortunatamente -).

Qualità / Prezzo: 9

I
materiali di costruzione sono eccellenti, pertanto il costo è giustificato.
Credo che la domanda più appropriata sia:
“Vale la pena acquistare questa penna? Perché?”
Vale sicuramente la pena acquistare la Delta 70th perché

- ha una tonalità cromatica di arancione splendida, leggermente screziata
- è prodotta in pochissimi esemplari, quindi si può avere un oggetto “esclusivo” senza spendere un capitale
- ha un pennino molto scorrevole che non ha nulla da invidiare ai pennini in oro (questo è il fattore più importante, a mio avviso)
- ha dimensioni adeguate sia per un adulto che per un bambino.

Consigliata: Sì
Il Fenomeno ringrazia di cuore Marco Moricci per l’esemplare messo a disposizione per la recensione e Lo informa che non intende provvedere alla restituzione dello stesso ...
Fenice non partecipa alla recensione ma interviene per il pagamento della Delta 70th.


Noi di Casa della Stilografica ringraziamo pubblicamente il "Fenomeno" per la splendida recensione e per le ottime foto della penna celebrativa del nostro 70° anniversario!