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Visconti, raccontata da Dante Del Vecchio

Testi ed immagini prese dal sito: teladoiofirenze

Link: http://www.teladoiofirenze.it/sponsored-story/visconti-la-penna-fiorentina-piu-famosa-al-mondo-raccontata-da-dante-del-vecchio/


Visconti non è soltanto un’azienda storica di Firenze, ma un’eccellenza tutta fiorentina arrivata fino al tavolo della firma della Costituzione Europea del 2005.

Abbiamo intervistato la mente creativa e presidente del marchio cittadino: Dante Del Vecchio. Incontrandoci nella storica sede di Castello, una villa del XV secolo, traspare da subito l’anima dell’azienda fiorentina che dal 1988 produce stilografiche rinomate in tutto il globo: tradizione, artigianalità e innovazione. Proprio come le penne più fiorentine al mondo.

Qual è il legame di Visconti con Firenze?

“Ogni penna, da quelle regolari alle edizioni limitate, è espressione di iniziative artistiche e di concetti. Il prodotto è pieno di cultura e passione, denso di significati. La penna, oggetto mai fine a se stesso, riesce a trasmettere un’emozione sempre nuova.

Lo studio dei modelli antichi, dalla divina proporzione Leonardesca ai dettami ancestrali e le invenzioni tecniche caratterizzano la nostra attività da oltre 20 anni. Ricerca e sviluppo sono le caratteristiche imprescindibili, come l’attenzione e la ricerca delle forme e dei materiali.

Abbiamo realizzato penne con la celluloide, l’ebanite, la lucite fino ai materiali più tecnologici come titanio e la fibra di carbonio. Sta per uscire una penna disegnata da un famoso designer fatta con un materiale mai visto e mai applicato al mondo delle penne fino ad oggi.

Il nostro attaccamento alla città mi porta a dire che Visconti e le penne sono creazioni “Made in Florence”, sia per la matrice artigianale sia per l’ispirazione artistica di questa città, la più bella d’Italia.

Non dimentichiamo che è stata la penna utilizzata per firmare il trattato Nato-Russia del 28 maggio 2002 che ha segnato la fine della guerra fredda, ma anche la penna che ha impresso le firme per la Costituzione Europea del 2005.
 

La sua storia in 10 secondi?

Tutto è nato dalla mia passione per le penne d’epoca, fin da ragazzo. Da lì si è generato un circolo virtuoso e desideroso di andare alla scoperta di nuove espressioni dell’arte della scrittura. Provo, ancora oggi, un’emozione sempre nuova nel toccare una penna appena esce da una nuova collezione.

L’oggetto deve trasmettere qualcosa perché diventi veramente nostro, non solo un accessorio ma protagonista, insieme a noi, del nostro quotidiano. Tradizione e innovazione, equilibrio e stabilità. Tutto in una forma.

Una penna in particolare a cui è molto legato?

“Le considero tutte delle creature che nascono ogni volta esprimendo il frutto della ricerca e del nostro lavoro. Due anni fa abbiamo creato la penna in lava dell’Etna, icona del terzo millennio. Sicuramente è l’oggetto che porto nel cuore per le sue caratteristiche uniche e per la tatticità che possiede richiamando lo stesso effetto chimico-fisico della pelle.

La lava richiama i dettami ancestrali del caos, dell’alchimia. La lava è il melting pot, alchimia: il tentativo dell’uomo di comprendere la natura per arrivare a comprendere la perfezione contrapposto al caos, lo stato grezzo della materia.”

Una definizione per le sue penne?

“Ogni penna trasmette la sua storia parlando di arte, archeologia, filosofia, matematica, storia. La Città Proibita, gli Antichi Cavalieri, l’Opus alchemico, ma anche Manhattan, Amerigo Vespucci con la scoperta della “quinta terra” e Salvador Dalí sono alcuni dei temi che ci ispirano.

La penna, cessando di essere un mero strumento di scrittura, diventa la tela su cui dipingere nuove espressioni artistiche, per comunicare emozioni.

La Collezione “Van Gogh”, ad esempio, ispirata dalla Stanza, dai Girasoli e dalla Notte Stellata di Van Gogh utilizza una tecnica con effetti pittorici di una somiglianza incredibile ai dipinti. La penna si fa tela su cui voler imprimere le proprie emozioni.”