Sailor Storia Lion - Recensione di Fenice & Fenomeno
RECENSIONE INCHIOSTRO SAILOR “STORIA” - LION (Light Brown)
I calamai Sailor sono famosi per la loro estrema praticità.
Risultano infatti caratterizzati da un mini imbuto in plastica all’interno che consente il raccoglimento di una quantità di inchiostro perfettamente calibrata ad un livello tale da consentire la ricarica della penna con immersione esclusiva del pennino evitando di imbrattare anche parzialmente l’impugnatura ovvero il fusto.
La linea “Storia” non fa eccezioni ma riesce a impreziosire ulteriormente l’estetica conferendo una elegante satinatura alla superficie in vetro del calamaio.
Piccola annotazione sull’incipit di questa recensione: Lasciate perdere questo tipo di calamaio se la vostra penna è una Aurora 88 ovvero dotata di un converter CON-70 di Pilot!
La quantità di inchiostro fornita/raccolta nell’imbuto è insufficiente per il riempimento del serbatoio ovvero del converter.
Torniamo alla linea “Storia”, che si compone di 8 colori:
Fire - Red
Dancer - Pink
Night - Blue
Magic - Purple
Clown - Yellow Green
Balloon - Green
Spotlight - Yellow
Lion - Light Brown
tutti colori indelebili, resistenti all’acqua e alla luce solare diretta ed ispirati ai colori caratteristici degli spettacoli circensi.
Il calamaio ha una capienza di 30 ml. per un costo di € 22,00.
Vi è anche la versione da 20 ml. (senza imbutino all’interno) delle dimensioni, più o meno dei “mignon” della Hiroshizuku ad un prezzo di € 14,00.
Si compera la boccetta da 30 ml. non tanto per il suo contenuto, quando per la possibilità di riciclare e riutilizzare il calamaio, soprattutto se si considera che l’inchiostro in sé non è esattamente entusiasmante.
Che colore restituisce esattamente questo “Lion - Light Brown”?
Avete presente il “cambio pannolino di bebé”?
E’ esattamente quello!
Probabilmente penserete che io abbia scelto il colore sbagliato, che magari il blue (night) potrebbe essere una cromia più apprezzabile.
Sbagliato!
Ho anche il Night e per potermelo far piacere l’ho dovuto inserire in una penna dal flusso più che generoso.
I pro di questo inchiostro sono:
- il calamaio
- l’indelebilità
-
la resistenza alla luce solare.
I contro...
- colore per niente saturo: totale assenza di brillantezza, di vivacità, di profondità;
- rilevante concentrazione di residuo sul fondo (l’ho scoperto travasando il contenuto in altra e diversa boccetta);
- intasamento delle condotte.
Senza andare a spingermi (anche se l’ho fatto) su un pennino F giapponese, posso dire che già con un pennino M europeo (Faber Castell E-motion) ho registrato gravi problemi di ripartenza a seguito di intasamento della condotta dopo pochi giorni di “pit-stop”, la Sheaffer PFM del Fenomeno si è intasata praticamente subito, appena caricata, la Pilot Kakuno con pennino F ha restituito un tratto quasi trasparente il primo giorno e il secondo giorno si è rifiutata di partire, tracciavo solchi sulla carta come se avessi in mano un aratro, ma non c’è stato verso di farla ripartire.
Pollice verso, quindi, per un utilizzo su stilografiche, sia per quanto riguarda il sopraddetto problema di intasamento (lo reputo poco sicuro), sia per quanto attiene alla restituzione cromatica che è davvero inguardabile.
Il colore fa veramente schifo ma ... lo ricomprerei.
Ricordate che nelle mie recensioni dico sempre “Non è mai come sembra”?
Bene!
Su stilografiche abbiamo un risultato (pietoso), ma coi pennini a intinzione le cose cambiano ... e parecchio!
Lo scritto necessita di un tempo di assestamento variabile (due settimane, forse anche meno) per poter restituire una cromia più decisa, più profonda, abbandonando la componente giallognola per virare verso il seppia, ma il risultato è davvero apprezzabile, ed è tale aspetto che mi indurrebbe ad acquistarlo nuovamente.
Il suo habitat è senz’ombra di dubbio i pennini a intinzione, meglio ancora se flessibili perchè in tal modo potrà esprime totalmente il proprio shading (variazioni cromatiche di tratto).
Analizziamo ora i singoli parametri “standard” per classificare un inchiostro:
SATURAZIONE:
Si ha una maggiore saturazione quando i colori risultano vivaci e brillanti, mentre si ha poca o assenza di saturazione quando i colori risultano opachi, smorti, tendenti al grigio.
Nel caso in esame, il colore non si presenta per niente brillante, quindi, di conseguenza, dovrebbe essere considerato poco saturo.
Trovo più calzante definirlo “MODELLO CANDEGGINA”.
SHADING:
Per shading si intende la differenza di intensità di colore, dove è possibile individuare aree chiare ed aree più scure del tratto.
Come ho accennato precedentemente, con le stilografiche si ha uniformità di colore (finché scrivono) mentre con i pennini a intinzione la variazione cromatica del tratto è quasi impossibile non ottenerla!
Il colore in sé, come detto, fa abbastanza schifo, ma osservando il carattere tracciato nella sua complessità (intesa come interezzas), con le sue sfumature, con il suo shading, si ha sensazione di qualcosa di particolarmente espressivo.
DRYING SPEED:
Non l’ho calcolato, per un motivo molto semplice, non ho avuto modo di fare molti test con le stilografiche a causa dell’intasamento, mentre con i pennini a intinzione dipende molto dalla carta (se assorbente o meno) e da quanto inchiostro si rilascia sulla superficie di scrittura.
Sulle stilografiche non ho registrato tempi biblici, con i pennini a intinzione la variabile dello spessore del tratto gioca un ruolo fondamentale, così come la porosità o meno della carta impiegata.
OPACITY:
Il colore (quasi giallognolo) non offre molta possibilità coprente.
FEATHERING:
Su carta di pessima qualità lo spiumaggio è assicurato.
Abbiamo una resa “standard” su carta Fabriano EcoQua.
Totalmente assente su carta Rhodia o carta da Lay-out.
FLOW:
Se per flusso / scorrevolezza si intende la componente lubrificante, non mi pare di aver notato tale caratteristica.
Non ha la scorrevolezza di un J.Herbin o di un Iroshizuku, su questo bisogna darne atto.
BLEED THROUGH:
Non mi risulta (per quel poco che ho utilizzato il Lion con penne stilografiche, che abbia registrato un “trapasso” sul foglio tale da impedire la redazione di scritti sul retro della facciata.
WATER RESISTANCE:
Assolutamente sì, anche se - secondo i miei test - è resistente addirittura all’alcool.
LIGHT FASTNESS:
Non c’è perdita cromatica dopo 1 mese di esposizione alla luce solare diretta.
BULLETPROOF:
Il parametro dell’anticontraffazione lo baso sulla reazione dell’inchiostro, o meglio, di ciò che è stato scritto su un foglio, alla lampada di wood (ultravioletti).
La reazione c’è, ed è visibile sebbene difficilmente fotografabile.
Contesto di utilizzo
Non ce lo vedo in una stilografica, neppure in un mega idrante come la Noodler’s Neponset (sì, è riuscito ad intasare anche quella) mentre lo trovo perfetto per i pennini a intinzione: ha una consistenza che consente all’inchiostro di aggrapparsi al pennino, senza scivolare ed in tale contesto la sua potenzialità cromatica viene valorizzata.
Se non l’avessi provato con i pennini a intinzione (Perry e Brause Rose) probabilmente sarebbe finito nel lavandino.
Mai come in questo caso il mio monito: “Non è mai come sembra” mi è sembrato più calzante.
Noi di Casa della Stilografica ringraziamo infinitamente Fenice & Fenomeno per l'ennesima imparziale e ben fatta recensione!