Sailor Procolor "Shikisai" - Recensione di Fenice & Fenomeno
Sailor Procolor Shikisai - Recensione di Fenice & Fenomeno
Marca SAILOR
Modello Procolor 500 “SHIKISAI”
Pennino F (unica misura prodotta dalla Casa)
DATI TECNICI:
Lunghezza da chiusa: 13,6 cm.
Lunghezza da aperta: 12 cm. (la Sailor Sapporo è di 11,2 cm.)
Lunghezza con cappuccio posted: 14,8
Spessore impugnatura: 0,9 cm.
Lunghezza pennino: 2 cm.
Spazio impugnatura: 1,7 cm. prima di incontrare 0,5 cm. di filettatura di avvitamento.
Capacità converter: 0,7 ml.
PESO:
- da carica: 20 gr.
- senza cappuccio: 12 gr.
- del cappuccio: 8 gr.
Sistema di caricamento: cartuccia proprietaria / converter fornito in dotazione
Pennino F in acciaio
Cappuccio ad avvitamento (non a pressione).
* * *
Sailor per me rappresenta il mio ingresso nel mondo della scrittura con la penna stilografica, rappresenta l’abbandono della tastiera e la riscoperta del piacere di scrivere.
Ho moltissime penne, ma ad ogni esame universitario mi accompagna sempre e solo lei, la mia Sailor.
Sailor per me rappresenta una garanzia di affidabilità e di scorrevolezza; la amo perché digerisce qualsiasi inchiostro, perché mantiene fedele il suo tratto su qualsiasi superficie; in sede d’esame non sai che tipo di carta ti viene propinata e non puoi rischiare di avere un compito annullato perché illeggibile!
Sailor spiuma leggermente solo quando si scrive su carta igienica!
Poiché ritengo di essere troppo “di parte” nel recensire la Shikisai, preferisco farmi assistere da chi non ama le Sailor (mio figlio, alias “Il Fenomeno”) che, invece, predilige le Pilot.
Per mesi e mesi ho tempestato di e-mail il povero Marco Moricci, implorandolo di trovarmi la Sailor Galaxy Raden, un’edizione limitata che ricorda molto la Sailor Procolor 500 “Shikisai”, ma di costo spropositatamente superiore.
Altre marche si sono cimentate in edizioni limitate dedicate alla Galassia: la Platinum, con la versione Galaxy Sparkle e la Pilot con la molto più colorata Capless Raden; marche che non ho neppure preso in considerazione (detto tra noi, il pennino F della Platinum, anche se in oro 18k, gratta).
Non potendomi permettere di accendere un mutuo per un’edizione limitata quale la Sailor Galaxy, appena ho visto la Shikisai non me la sono fatta sfuggire.
Nell’acquisto ero piuttosto tranquilla per i seguenti motivi:
1) E’ una Sailor, quindi è una garanzia di qualità
2) A mio figlio non piacciono le Sailor, per cui non correvo il rischio di un esproprio!
* * *
Estetica e design: 10
Classica forma ogivale di Casa Sailor che contraddistingue tutta la linea “1911” ad eccezione delle Professional Gear che si presentano tronche alle estremità.
La caratteristica del modello in questione è data dall’interruzione della monotonia del classico “nero - lucido - funereo” da una costellazione glitterata molto discreta che ricorda le ben più blasonate penne Galaxia senza volerne sfacciatamente imitare la brillantezza dei colori.
I dettagli sono essenziali, vi è un anello di piccole dimensioni alla sommità del cappuccio per corredare la solida e robusta clip, la quale ha uno spazio di ancoraggio di 3,8 cm. ed una fascia di 0,8 cm. posta a delimitazione del cappuccio con la solita scritta che contraddistingue Sailor: “SAILOR JAPAN FOUNDED 1911”.
I dettagli sono cromati, così come il pennino.
Realizzazione e qualità: 10
Il materiale è resina (plastica) ma la qualità è tangibile, come sempre quando si parla di Sailor.
Il solo cappuccio ha un peso rilevante e ciò denota la cura nel voler proteggere “la punta di diamante” della Shikisai.
La clip merita una nota a parte, anche alla luce del demenziale esperimento effettuato: utilizzando la penna come un “ferma fogli” posizionandola tra due parti lisce, lucide e scivolose quali la copertina di un quaderno scolastico, abbiamo posto la Shikisai in posizione capovolta (con il pennino rivolto verso il basso); dopodiché abbiamo agitato energicamente il quaderno.
La Shikisai non si è mossa dalla posizione in cui era stata collocata, a dispetto della superficie particolarmente liscia.
Se non fosse per la sua innata eleganza può benissimo essere considerata una penna scolastica per la sua solidità e la sua affidabilità.
Peso e dimensioni: 10
Leggera, maneggevole, di dimensioni adeguate.
Indifferente l’utilizzo con o senza cappuccio calzato, in quanto il bilanciamento è perfettamente calibrato.
Pennino e prestazioni: 10
Ero curiosa di verificare se Sailor era in grado di mantenere inalterata la sua fama con un pennino in acciaio.
Il pennino è senz’ombra di dubbio rigido, ma non delude.
E’ percepibile la differenza tra la Realo a 21k e la Shikisai con pennino in acciaio, ma non vi è - come sarebbe logico aspettarsi - un abisso in ambito di affidabilità, precisione e scorrevolezza, anzi.
Nella Realo si avverte più una sensazione di “morbidezza” nella scrittura, ma non lascerebbe “impunita” una scrittura nervosa ed eccessivamente frettolosa che risulta invece consentita / tollerata con la Shikisai.
Il tratto restituito dall’ammiraglia di casa Sailor (la Realo) e la umile Procolor 500 è identico.
Non si registrano interruzioni di tratto, incertezze di scrittura o false partenze.
La Shikisai, lasciata aperta sulla scrivania per 10 minuti, riparte a scrivere come se per tutto il tempo avesse avuto il cappuccio calzato; a 15 minuti perde il primo tratto iniziale della prima lettera / del primo numero, poi riprende come se nulla fosse.
Scrive senza problemi su correttore a nastro.
Ho chiesto a mio figlio (per gli amici “Il Fenomeno”) di provare:
- la Shikisai
- la Prera
- la New Middle Range
perfettamente conscia che mi stavo muovendo in un campo minato (lui ama le Pilot e odia le Sailor) ho idealmente simulato un Derby tra le 2 giapponesi, si tratta comunque di uno “scontro tra titani”.
Il verdetto, nefasto come una sentenza di morte, decretava: la Prera in fase di scrittura non gratta ma si avverte un leggero attrito, la New Middle Range è scorrevole quanto la Shikisai, ma Pilot ha dei difetti che Sailor non presenta. Questa “galassia” mi piace, me la tengo!
Indago sulle motivazioni e risultano più oggettive di quanto si possa pensare: è vero che la New Middle Range ha uno spazio di impugnatura maggiore, quindi apparentemente può sembrare più confortevole, ma la superficie è liscia e nelle lunghe sessioni di scrittura i polpastrelli vanno in scivolata verso il pennino.
Sono troppo piccolo per il fotosegnalamento da Questura!
Inoltre, la New Middle Range è più pesate della Shikisai (26 gr. di cui 16 gr. di fusto e 10 gr. di cappuccio).
Altro lato negativo di Pilot è il cappuccio con chiusura a pressione: alla prima caduta si smonta come una cozza (il pennino era finito sotto la scrivania, il gruppo di scrittura con il conduttore l’ho trovato sotto la sedia e il fusto era rotolato sotto la tenda).
Per quanto il valore economico esiguo la possa collocare nella fascia di penne scolastiche, i materiali di costruzione non sono idonei per tale contesto.
Altro aspetto: monta cartucce standard (per la prima volta Pilot si cimenta in cartucce non proprietarie) ma questo mi vincola a colori improponibili e mi inficia la possibilità di optare per gli inchiostri in boccetta, nello specifico di poter attingere dal palinsesto “Diamine”.
Qualità / Prezzo: 10
Siamo nella fascia media.
In tale range, abbiamo una Pilot Prera che presenta “attrito” in fase di scrittura e una chiusura a pressione (quindi meno sicura).
Poiché la recensione è incentrata su pennini F nipponici, non si ritiene di prendere in considerazione marche diverse (quali quelle europee) in quanto non idonee a competere con tale tratto.
Consigliata: A OCCHI CHIUSI
Uso: quotidiano in qualsiasi contesto.
Mi azzarderei a portarla ad un esame? Sì.
Fenice & Fenomeno ringraziano Marco Moricci per la sua immensa pazienza e la sua infinita disponibilità.