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Recensione Visconti Opera Crystal & Typhoon

Recensione Visconti Opera Typhoon di Simone Piccardi

Scritto il 23 novembre, 2012  da Simone Piccardi ideatore del forum fountainpen.it 

La Visconti Opera Typhoon è la ultima novità proposta dalla Visconti, ed è probabilmente la stilografica con il più alto contenuto di innovazione nella produzione recente. La penna infatti è equipaggiata con tutte le invenzioni proposte dall’azienda, dal caricamento a siringa rovesciata a doppio serbatoio, al funzionale attacco a baionetta del cappuccio ed all’ultima novità dell’azienda, un pennino tubolare in acciaio al cromo (almeno così pare di capire) chiamato dall’azienda SmarTouch, che riprende le linee dei pennini Triumph della Sheaffer, ed in particolare la forma curvate “all’insù” delle punte.

Visconti Opera Crystal

Visconti Opera Crystal

La penna è stata prodotta in edizione limitata in due versioni, per un totale di 1000 esemplari cadauna. La prima versione denominata Visconti Opera Cristal, illustrata nella immagine a fianco, è stata relizzata in resina acrilica trasparente, seguendo la tendenza delle cosiddette “demonstrator”, la seconda versione, quella utilizzata per questa recensione, è invece realizzata in blu variegata, con una colorazione denominata appunto Typhoon.

Ma oltre al nuovo pennino la caratteristica peculiare di questa penna è il cosiddetto “Mosquito Filler” un accessorio che si monta sul pennino a guisa di ago di siringa e come quest’ultimo consente di caricare la penna aspirando anche l’ultima goccia di inchiostro da una boccetta. Il sistema, anche se realizzato in maniera completamente diversa, riprende anch’esso il concetto dello “snorkel“, rifacendosi anche in questo caso ad una innovazione introdotta dalla Sheaffer.

Visconti Opera Typhoon

Visconti Opera Typhoon

Al di là delle caratteristiche tecniche, si tratta comunque di due penne di dimensioni ragguardevoli, caratterizzate dal mix di linee squadrate e stondate ribattezzato dall’azienda “quadratura del cerchio” proposto per la prima volta con la Wall Street. Si tratta di una linea a mio avviso molto gradevole ed interessante e stilisticamente originale (tanto che venne a suo tempo copiata dalla Waterman). Inoltre questa linea si adatta molto bene anche alle linee, molto più slanciate rispetto a quelli ordinari, del pennino tubolare.

Pur trattandosi di una penna di dimensioni ragguardevoli risulta molto equilibrata e comoda da tenere in mano, anche se con il cappuccio calzato tende a pesare un po’ di più sul retro, e nonostante sia una edizione limitata è senz’altro una penna pratica, destinata all’uso e non all’essere conservata in una teca. Le finiture ed i materiali sono di primissima qualità e tutta la lavorazione è assolutamente ineccepibile.

Ma in una penna quello che per me conta più di tutto è la qualità di scrittura, ed è qui che ho avuto qualche problema. Nel primo test che ho fatto infatti mi sono trovato di fronte ad una ripetuta serie di false partenze. Una volta avviata la penna scriveva con una scorrevolezza esemplare, ma ovviamente trovarsi a dover ripassare sull’inizio di una frase non è gradevole.

Ovviamente la cosa mi ha lasciato un po’ perplesso, poi però mi è tornata in mente la particolare forma del pennino con la punta ricurva all’insù ed ho ripetuto la prova tenendo la penna meno inclinata rispetto alla verticale. Nessuna falsa partenza e scrittura ineccepibile. Il punto è che io scrivo con un angolo piuttosto basso rispetto alla carta (ben sotto i 45°) e probabilmente in questo caso la curvatura della punta del pennino mi ha portato ad appoggiarlo sulla carta quasi di piatto, ad un angolo che probabilmente passa il limite dell’inclinazione in cui si avvia correttamente senza pressione.

Test di scrittura della Visconti Opera Typhoon

In definitiva si tratta di una penna di grande interesse ed originalità, con un tasso di innovazione tecnica superiore a quello di qualunque altra penna in commercio. Ma pur riconoscendo che impugnata in maniera diversa dalla mia la penna non presenta nessun difetto, la conclusione resta che comunque non è una penna adatta a me, che trovo una posizione di uso poco inclinata molto scomoda, e che scrivendo normalmente come scrivo con le altre penne mi trovo ad affrontare delle false partenze.

Trattandosi però di una recensione devo sottolineare come questo problema non sia da considerare necessariamente un difetto della penna, quella posizione infatti viene senz’altro incontro a chi è abituato a scrivere con la penna verticale (posizione problematica per moltissime stilografiche ma assolutamente funzionale in questo caso). Per questo motivo nel consueto rituale dei voti non esprimerò quello riguardante la scrittura:

  • aspetto: 9 (linea originale, finiture e lavorazione di qualità ineccepile)
  • scrittura: non espresso
  • sistema di caricamento: 10.0 (siringa rovesciata e doppio serbatoio)
  • qualità/prezzo: 7.0 (non molto economico, da edizione limitata)

Al solito si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica per aver messo a disposizione l’esemplare della penna con cui sono state eseguite le prove di scrittura e per aver fornito le fotografie della stessa usate nell’articolo.