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Recensione Inchiostro Edelstein Tanzanite di "Phormula"

Recensione Inchiostro Pelikan Edelstein di "Phormula"

Anzitutto, desidero ringraziare Marco de “La Casa della Stilografica”, che mi ha regalato un calamaio di questo inchiostro in cambio della recensione. Come sempre, è passato un po’ di tempo. Non amo giudicare le cose dalle mie prime impressioni, soprattutto quando quel che scrivo potrebbe essere di consiglio ad altri, per cui sono andato avanti ad usare questo inchiostro per un po’ e nel frattempo sono al secondo calamaio. E’ un inchiostro con cui mi sono trovato bene, e ne faccio uso quotidiano in ufficio. E' la prima volta che mi cimento nella recensione di un inchiostro, per cui chiedo venia se non dovesse essere all'altezza. ;)

Premessa
Al di là dei problemi, si spera risolti, con la recente ri-formulazione del 4001 Nero e quelli di degradazione del Blue-Black se non correttamente conservato, Pelikan ha sempre prodotto ottimi inchiostri di prezzo contenuto, veri “cavalli di battaglia” nei tempi in cui le penne stilografiche erano uno strumento di scrittura quotidiano e non, come oggi, limitate agli appassionati. Non credo esista persona che non abbia usato almeno una cartuccia di 4001 Blue Royal. Il prezzo basso e l’immagine “scolastica” sono appunto i limiti degli inchiostri Pelikan, ed è un peccato, perchè ne fanno passare in secondo piano le qualità. Quando la passione si fa seria, uno si sente quasi in obbligo di ignorarli, prendendo in considerazione solamente inchiostri più blasonati e costosi. Io stesso ho avuto per anni una specie di allergia al Pelikan 4001 Royal Blue, l'unico inchiostro che mi era concesso utilizzare alle elementari (ordine della maestra) e quello che mi è toccato di utilizzare per tanti anni in seguito, da studente squattrinato.

In Pelikan devono essersi resi conto di questo e, senza abbandonare la classica linea 4001, hanno deciso di allargare l’offerta verso l’alto, introducendo la linea di inchiostri “Edelstein”, che in tedesco vuol dire “pietra preziosa”. Infatti i nomi di questi inchiostri sono ispirati alle pietre preziose. Prezioso è anche il prezzo, siamo attorno ai 12 Euro per 50 ml, ovvero circa 0,25 Euro al millilitro, praticamente il doppio rispetto al 4001 e nella fascia di prezzo degli inchiostri premium. Per le mie abitudini di scrittura questa cifra significa indicativamente 2 centesimi a pagina A4.
Il Pelikan Edelstein Tanzanite vuole essere l’alternativa pregiata al proletario 4001 Blue-Black, e, in alcuni paesi, l’unica. Questo perché a seguito delle normative sui prodotti chimici, Pelikan non distribuisce il 4001 Blue-Black in alcuni paesi, come Stati Uniti e Canada. Non credo che ciò sia dovuto a problematiche di sicurezza, la normativa europea sui prodotti chimici è una delle più severe al mondo. Penso, più semplicemente, che le spese da sostenere per approntare i dossier necessari per assicurare la commercializzazione in alcuni paesi non siano giustificate dal ritorno in termini di vendite, per cui Pelikan ha semplicemente deciso di sospenderne la distribuzione.

Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartone grigia, che contiene un calamaio in vetro da 50 ml, protetto con due inserti di materiale soffice. L’aspetto del calamaio tradisce la volontà di dare alla linea Edelstein l’immagine di prodotto premium. E’ un bel flacone di vetro, personalizzato con il nome dell’inchiostro. Il fondo è molto spesso e presenta una leggera incurvatura, per facilitare il recupero delle ultime gocce di inchiostro. Il tappo in plastica reca il logo della casa in rilievo e presenta la guarnizione per assicurare la tenuta. Il colore dell’inchiostro è riportato su un lato della scatola, ma è una indicazione da prendere con le molle, nel mio caso il colore reale si è rivelato molto più scuro e meno blu rispetto a quello stampato sulla scatola.

Prestazioni
Per le ragioni descritte in precedenza, ho valutato questo inchiostro tenendo il 4001 Blue-Black come riferimento. Rispetto a quest’ultimo, il Pelikan Edelstein Tanzanite è più scuro, ha una maggior componente rossastra ed è notevolmente più fluido, al punto da poter rappresentare un problema sulle penne che hanno già un flusso abbondante di loro. Questo conferma che Pelikan non ha fatto una semplice operazione di rimarchiatura, ma si tratta di un nuovo inchiostro a tutti gli effetti, e infatti viene venduto in quei paesi in cui il 4001 Blue-Black non è importato.

Flusso
Andando più nel dettaglio, la prima cosa da sottolineare è appunto il flusso abbondante. Credo sia l’inchiostro più fluido che ho avuto occasione di utilizzare sinora. Può essere un toccasana su penne che hanno un alimentatore con il flusso magro. Ho scritto la pagina scandita su carta Ruggeri da 115 g/m^2 con una TWSBI VAC 700 (pennino fine, JoWo) e ho ottenuto un bel tratto corposo. La penna “mette giù” una bella quantità di inchiostro sulla carta, contribuendo alla scorrevolezza del pennino, che è davvero eccellente. Il flusso abbondante è la caratteristica che influenza tutte le altre. A cominciare dalle ripartenze, che sono sempre molto buone, anche quando la penna rimane senza cappuccio per una decina di minuti o inutilizzata per qualche giorno. La stessa cosa si può dire per il tratto. E’ un inchiostro che esalta la larghezza del pennino. I salti di scrittura sono un evento raro, anche su penne abbastanza problematiche.

Aspetto cromatico
Dipende. Dal flusso. Se lo si usa in una penna dal flusso abbondante, è un blu molto scuro, quasi nero, con una sfumatura rossastra. Su una Pelikan M200 con pennino medio per notare che era un blu-nero e non un un nero con una leggera sfumatura rossastra bisogna guardare bene la pagina. Sulla TWSBI VAC700, che ha un flusso meno abbondante e un pennino fine, si nota la componente blu e l’aspetto è molto simile a quello del 4001 Blue-Black. Forse il riferimento alla pietra preziosa non è del tutto sbagliato, le pietre preziose non hanno un colore ben definito, le sfumature cambiano da una pietra all’altra, e così è anche per questo inchiostro. L’aspetto cambia veramente da una penna all’altra, in funzione delle caratteristiche di quest’ultima. Il flusso abbondante ha come contropartita negativa l’uniformità. Si perde cioè la possibilità di apprezzare quelle differenze di sfumatura nel tratto, a seconda del fatto che il pennino “metta giù” più o meno inchiostro. Con alcune penne il tratto è così uniforme che sembra scritto con un pennarello. Per apprezzarne le sfumature dal blu scuro al nero, serve un pennino in grado di esaltare le differenze di densità degli inchiostri. Trattandosi di un inchiostro molto saturo, sarebbe curioso valutarne l’aspetto cromatico dopo una leggera diluizione con acqua. Mi aspetto una perdita di uniformità del tratto e una maggiore sensibilità del colore alla quantità di inchiostro che il pennino deposita sulla carta in quel punto del tratto.

Feathering/Bleed Through
Abbastanza pronunciati entrambi. “Colpa”, ancora una volta, del flusso. Utilizzarlo in una penna dal flusso abbondante e su carta scadente è la ricetta perfetta per il disastro. Per quanto mi riguarda, lo uso su carta Rhodia/Clairefontaine e con una VAC700 con pennino fine. Con questa combinazione non ho ancora avuto problemi, anzi il flusso abbondante mi permette di compensare il sottodimensionamento dell’alimentatore della TWSBI, che con altri inchiostri tende ad andare in crisi nelle sessioni di scrittura prolungate. Da questo punto di vista ho trovato una accoppiata perfetta. Ogni tanto mi capita di scrivere su altre carte, meno pregiate, e qui bisogna starci un po’ attenti, perché è un inchiostro che tende a “bagnare” la carta, penetrando a fondo.

Asciugatura/Resistenza all’acqua
E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. A dispetto del flusso abbondante, asciuga abbastanza in fretta. Sulla carta Favini usata per fare la prova il tratto era “fuori pericolo” in 3 secondi. Sulla carta lucida Clairefontaine ce ne vogliono almeno cinque, ma si tratta di valori molto bassi rispetto ad altri inchiostri. Quanto scritto a proposito del feathering si traduce in una maggiore resistenza all’acqua rispetto ad altri inchiostri. La tendenza a penetrare nella carta lo rende più resistente al contatto con l’acqua, quando si va oltre la normale umidità delle dita. Per concludere, fino ad ora non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator.



Utilizzo consigliato
Lasciando da parte gli aspetti tecnici, è un inchiostro dall’aspetto “serio” che non è assolutamente fuori luogo in ambienti di lavoro. Può essere una alternativa personalizzata al nero o al classico blu Royal, le pagine scritte con questo inchiostro si possono fotocopiare senza problemi. E’ anche in po’ più resistente all’acqua rispetto alla media degli inchiostri, e questo per qualcuno può essere un vantaggio. A patto, e qui sta il rovescio della medaglia, che si possa scegliere la carta su cui usarlo, perché feathering e bleed through diventano un problema sulla carta scadente, quella pensata per la biro e oggi molto in voga negli uffici. Io lo sto appunto usando in questo ambiente, seppure non su tutta la carta. Quella per fotocopie che usiamo qui ad esempio non va bene, troppo bleed through.
Proprio per questa ragione ne sconsiglio l’utilizzo scolastico. Non perché il colore non si addica, ci si può scrivere tranquillamente un compito in classe o fare un esame universitario. E’ che gli studenti normalmente hanno molti meno soldi da investire in blocchi e quaderni e meno controllo sulla qualità della carta su cui si trovano a scrivere. E’ un peccato, perché essendo un inchiostro molto scorrevole e con una buona resistenza all’acqua, sarebbe ideale per gli studenti che scrivono a lungo e devono riprendere in mano gli appunti per studiarli. Se lo si vuole usare in questo ambiente (e la tonalità merita), consiglio penne con il pennino fine e alimentatori dal flusso magro, e/o rassegnarsi ad usare un lato solo del foglio.
Va benissimo anche per la corrispondenza personale, anche se il colore è tale da creare un certo distacco con il lettore. Sottolinea il contenuto, più che la forma.

Conclusioni
Dal mio punto di vista, una volta compresi i limiti, è un inchiostro che è entrato nel mio uso lavorativo quotidiano. Ci ho messo un po’ a capire bene quale fosse la combinazione di utilizzo ideale. Per me è la TWSBI VAC 700 con pennino fine e carta Rhodia/Clairefontaine. Altri possono avere la loro, conviene fare qualche prova. Questo inchiostro è un vero toccasana, come le pastiglie all’eucalipto , per le penne che hanno un flusso magro e quindi può andar bene per recuperare all’utilizzo una di queste.
Vale i soldi che costa? Qui entriamo nel personale. Secondo me si, anche se è chiaro che con il prezzo si pagano la boccetta e il posizionamento premium rispetto ai proletari 4001. Di sicuro non è una semplice operazione di rimarchiatura, è un inchiostro con caratteristiche completamente diverse rispetto al 4001 Blue-Black, quantunque il colore sia molto simile nelle penne che hanno un flusso magro. Se il 4001 va bene, conviene usare questo, si risparmia parecchio. Se invece se ne apprezzano il colore più uniforme, il flusso abbondante e se ne tollerano i difetti, allora 0,25 Euro a millilitro non sono la fine del mondo. Non è per tutti, insomma.

Rinnovo i ringraziamenti a Marco de “La Casa della Stilografica”, per avermi messo a disposizione questo inchiostro.

Link al forum fountainpen.it : Pelikan Edelstein