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Porsche Design P3150 - Recensione di Phormula

Porsche Design - P3150 - Recensione di Phormula

Non credo di dover spiegare chi sia Porsche. Oppure si. Perché se tutti conoscono le automobili sportive con il marchio della casa di Stoccarda, quel che non tutti sanno che attorno al marchio Porsche ruotano anche altre attività. La prima è di essere uno studio di progettazione che lavora anche per altre case automobilistica. La seconda di essere il distributore delle automobili Volkswagen in Austria e Repubblica Ceca e la terza di essere uno studio di design che, oltre alle automobili, firma anche altri oggetti. Alcuni dei quali, come questa penna, sono alla portata di chi come me non potrebbe mai permettersi una vettura sportiva. Per la maggior parte si tratta di prodotti realizzati e distribuiti da altri marchi, dei quali Porsche Design cura il design e cede il marchio “Porsche Design” in licenza. Porto con me da anni in vacanza una radio Grundig Yacht Boy P2000, che è appunto uno degli oggetti disegnati da questo atelier. Nel caso delle penne, fino a non molto tempo fa erano realizzate da Faber Castell, mi sembra di avere letto che ultimamente il contratto di licenza sia passato a Pelikan. Si tratta comunque di case con una reputazione di eccellenza, a cui si aggiunge il fascino del marchio Porsche. Personalmente, era da tempo che volevo mettere una (penna) Porsche nel mio garage (stilografico). Ho deciso di fare l’acquisto di questa P3150, che fa parte della collezione “Writing Tools,” approfittando una promozione da parte di un noto spacciatore di materiale di scrittura di questo forum. :D Introdotta nel 2007, è stata la prima “serie completa” (stilografica, sfera, roller e portamine) di strumenti di scrittura a marchio Porsche ed è recentemente uscita di produzione, molto probabilmente a seguito del passaggio della licenza.

Estetica e design 10
Da un oggetto che fa del design la sua ragion d’essere, non ci si può aspettare altrimenti. E’ una bellissima penna, realizzata interamente in acciaio satinato. La sua unicità è nel tappo, che è rivestito in pelle di vitello. Infatti si può scegliere tra la versione in pelle marrone e quella nera, come nell’esemplare che ho comprato io. Il cappuccio è pesante e di dimensioni generose. La clip è incastrata in una fessura tra i bordi del rivestimento in pelle. Nella fessura è incisa la scritta “Porsche Design”, mentre la clip presenta la scritta “Germany”, a sottolineare l’origine teutonica di questo strumento di scrittura. E’ una penna con una estetica particolare, che potrebbe non piacere a tutti, un po’ come le automobili della casa…

La penna è arrivata in una scatola di cartone con controscatola protettiva. La controscatola riportava correttamente il nome del modello, mentre la scatola di cartone probabilmente era quella della serie precedente, perché porta ancora la scritta P3100. All’interno della scatola è presente un inserto di gommapiuma con le sagome per accomodare la stilografica, la sfera o il roller. Sollevando questo inserto si accede ad un vano che contiene la documentazione e la scheda di garanzia. La confezione è la parte che mi è piaciuta di meno. Una penna che costa oltre 300 Euro meriterebbe una scatola dedicata, aprire la scatola di cartone e trovare l’inserto di gommapiuma con il vano vuoto con la forma della biro mi crea quella sensazione come di “perplessa mento”, anche perché credo che la maggior parte della clientela compra una penna alla volta. Non credo che realizzare una scatola più piccola, con l’inserto specifico per la singola penna, avrebbe inciso più di tanto sui costi, anzi, forse si sarebbe tradotto in un risparmio di materiali. Fortunatamente una penna non la si compra per l’imballo (che ho già provveduto a gettare) ma quando si fa del design una bandiera, noblesse oblige, bisognerebbe curare anche i dettagli.

Realizzazione e qualità 9
E’ una penna realizzata con estrema cura, che ne giustifica il prezzo non proprio economico, considerato che si tratta di una penna a cartuccia, quantunque con il pennino in oro 18K. Le parti sono realizzate con cura e gli accoppiamenti sono perfetti. Il rivestimento in pelle del cappuccio è applicato con cura e tutta la penna rivela una attenzione maniacale per i dettagli. L’interno del cappuccio è rivestito in plastica per evitare di rovinare l’impugnatura infilando frettolosamente il cappuccio o il cilindro per chi ha l’abitudine di scrivere con il cappuccio calzato. Il meccanismo della clip è frenato da una molla e la clip appoggia su un rilievo in metallo che evita il rischio di rovinare la pelle mettendo la penna del taschino. Proprio il rivestimento in pelle mi aveva inizialmente frenato dall’acquisto, temevo che si staccasse o si rovinasse. Il fabbricante afferma che la pelle del tappo è stata trattata per garantirne la durata. Il tempo dirà se questa affermazione è vera, certamente non è il tipo di penna da sbatacchiare in una borsa, con il rischio che la pelle del rivestimento del cappuccio si rovini sfregando contro qualche oggetto.

Dove invece si avverte qualche risparmio è “sotto il cofano”. Non tanto perché è una penna con caricamento a cartuccia/converter, questo ormai chiede il mercato, ma perché il converter in dotazione tradisce l’origine della penna. E’ marchiato Faber Castell ed è lo stesso delle Faber Castell normali, aggancio ad incastro e non a vite e fattura alquanto economica, nel toglierlo mi è rimasto in mano un pezzo del meccanismo. Molto probabilmente gran parte delle persone che useranno questa penna lo faranno a cartucce, ma non credo che un converter con aggancio a vite e di fattura un po’ più pregiata avrebbe inciso sul prezzo per più di qualche Euro, ma sicuramente avrebbe giovato all’immagine nel caso in cui la penna venga acquistata da un appassionato di inchiostri in calamaio.

Peso e dimensioni 9
E’ una penna realizzata interamente in metallo e con un cappuccio oversize. Non può quindi essere un peso piuma. Le dimensioni sono nella media, così come il diametro dell’impugnatura. Nonostante il peso superiore alla media, la P3150 è una penna splendidamente bilanciata. Complice il pennino molto scorrevole, è una di quelle penne che hanno solo bisogno di essere accompagnate sulla carta, scrivono sotto il loro stesso peso. Avendo alcuni (tanti) appunti da ricopiare, ho provato a scriverci per alcune ore, senza accumulare stanchezza. Il bilanciamento viene meno con il cappuccio calzato, non tanto per colpa del peso, ma perché si infila nella penna per un paio di centimetri e quindi la allunga notevolmente. L’impugnatura è in metallo satinato, partendo dalla filettatura si restringe andando verso il pennino, per poi allargarsi nuovamente in fondo. Questa forma garantisce una presa salda e non affaticante anche per lunghi periodi. Il cappuccio è molto lungo, almeno un centimetro in più rispetto alla media. Questo sposta la filettatura in alto sul cilindro ed evita che dia fastidio a chi predilige una impugnatura alta.

Pennino e prestazioni 10 e lode
La mia P3150 monta un pennino in oro 18K di misura media. Aperta la scatola ed effettuato il risciacquo di rito per eliminare eventuali tracce di inchiostrature precedenti e residui di lavorazione, ho rimosso il converter in dotazione (inutilizzabile) e ho montato una cartuccia di Waterman Blue-Black. Al che ho capito che il consumo di carburante non è una priorità in una Porsche. Dire che il flusso è abbondante è un eufemismo. Il pennino è un medio ma scrive come un broad e scarica una quantità copiosa di inchiostro sulla carta. Rispetto ad una Faber Castell e-motion con pennino medio, “consuma” quasi il doppio. Ripaga con una linea intensa, nella quale si evidenziano le sfumature dell’inchiostro. Ovviamente conviene stare alla larga dagli inchiostri costosi (per non dover fare un mutuo dall’ “inchiostraio”) e soprattutto dalla carta scadente, per non dover combattere una battaglia persa in partenza contro feathering e bleed through. Sulla mia classica carta Rhodia/Clairefontaine non ho avuto problemi ma non oso pensare a cosa succederebbe sui blocchi di carta scadente che uso in ufficio, sui quali scrivo solo con la Lamy Safari e il pennino extrafine. Il pennino è relativamente rigido ma estremamente scorrevole, come nella tradizione del marchio (Faber Castell). Sciverci è una gioia. E’ di dimensioni medie, senza foro di compensazione, con il logo della doppia P, l’indicazione del materiale e della dimensione. Scriverci è una vera gioia, un po’ come inanellare giri di pista con una macchina sportiva, e si sa che quando si va forte i consumi (di inchiostro) salgono. Usandola a converter, temo che sarà necessario fermarsi spesso a fare rifornimento, consiglio le cartucce internazionali lunghe. Per quanto mi riguarda, penso che la caricherò con un inchiostro in cartucce dal flusso non abbondante, sono indeciso tra il Diamine Prussian Blue e il Pelikan Blue-Black. La carburazione, pardon l’alimentatore, è senza buchi, il flusso di inchiostro è tra quelli più costanti che abbia mai osservato, anche dopo ore di scrittura continua. Anche l’accensione è esente da critiche: le ripartenze sono perfette, anche dopo qualche minuto di sosta senza cappuccio calzato. Mi sono dovuto fermare solo perché ero rimasto a piedi (avevo finito la cartuccia). Con una cartuccia internazionale lunga sono riuscito a scrivere per una ventina di pagine A4, con la mia scrittura fitta e fronte-retro, 5-8 pagine in meno rispetto a quelle che riempirei con la Delta Dolce Vita.

Caricamento e manutenzione 7
Niente motore boxer e trazione posteriore, quattro cilindri in linea con cambio in linea e via andare… Ovvero caricamento a converter o a cartucce internazionali standard. Nel cilindro si può alloggiare o un cartuccia internazionale lunga o le due classiche corte, con la seconda “di riserva”. Molto probabilmente la “meccanica” è presa pari pari dalle Graf von Faber Castell, da cui questa penna deriva, un po’ come le prime Porsche erano derivate dal popolare “Maggiolino”. E questo non è un male, perché qualità del converter in dotazione a parte e del sistema di aggancio a incastro e non a vite, è una penna che ha cominciato a scrivere cinque secondi dopo avere infilato la cartuccia e non ha più smesso. Se mai ci si potrebbe chiedere come mai una penna di un marchio prestigioso non abbia il caricamento a pistone, ma d’altro canto è probabile che il tipo di clientela a cui è destinata sia più attento alla praticità di utilizzo che alla poesia del caricamento. Io stesso prevedo di usare questa penna in maniera itinerante, e quindi caricandola a cartucce. Considerando la relativa semplicità e facilità di manutenzione del sistema di alimentazione a cartuccia, non mi aspetto particolari problemi di manutenzione. Però un converter un po’ migliore, che non ti resta in mano mentre lo sfili, e con un sistema di aggancio a vite, che eviti che si sganci sul più bello quando si pesca dal fondo del calamaio facendo cadere pennino e impugnatura dentro il calamaio, non sarebbero guastati. Avrebbero aumentato il voto ad un meritato 8. Di qui il voto relativamente basso, se fosse stata una penna con caricamento a pistone, avrei dato un 10 più che meritato.

Qualità/Prezzo 9 L’intero è maggiore della somma delle sue parti. E’ una penna ben fatta, converter a parte. Così come ci sono ottime macchine sportive di marchi non blasonati. Ma se si vuole comprare una Porsche occorre mettere nel conto il fatto che si paga anche per il fascino dell’oggetto in sé. La componente irrazionale ha il suo peso. Ripagata dalla soddisfazione di osservare il rivestimento in pelle del cappuccio, il meccanismo morbido della clip o semplicemente la fluidità con la quale il pennino scorre sulla carta, come una vettura sportiva inanella giri su giri di un circuito. Considerata la qualità della realizzazione e mettendo anche nel conto il fatto che ho preso questa penna a poco più di 300 Euro approfittando di una promozione, direi che nel mio caso il rapporto qualità prezzo è stato molto buono. Avessi pagato il prezzo pieno, probabilmente avrei tolto un punto al voto finale.

Conclusioni 9
Non costa poco, va fortissimo e consuma parecchio. E’ una vera sportiva di razza... Nonostante ciò posso considerare soddisfatto. Sapevo a cosa andavo incontro, è una occasione che ho colto al volo grazie alla promozione e sono contento di averlo fatto. Mi sono trovato tra le mani una penna che scrive benissimo, è molto comoda da impugnare e ne ho rapidamente messi da parte i difetti (presentazione non all’altezza e converter scadente). Il termine “macchina sportiva” è più che adeguato per descrivere un oggetto del genere. Il desgin particolare, il flusso abbondante del pennino e il peso legato alla realizzazione interamente in metallo la rendono un oggetto per molti ma non per tutti. Bisogna goderne dei pregi e dimenticarne i difetti. Consiglio caldamente di non comprare questa penna a scatola chiusa. Ammesso di riuscire a trovarla, perché essendo fuori produzione, le scorte si stanno inesorabilmente esaurendo. Sarei curioso di sapere se le nuove realizzazioni Porsche sono all'altezza (prestazionalmente parlando) di questa P3150, ma non credo che il mio portafogli potrebbe finanziare l'esperimento...

Per la recensione completa su fountainpen.it : Porsche P3150