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Pilot Maki-e Phoenix - Mt. Fuji - Rcensione e Video by Fenice e Fenomeno

Pilot  Art Craft Togidashi Hira Maki-e - Recensione e Video di Fenice & Fenomeno

Marca Pilot
Modello Art Craft Togidashi Hira Maki-e
Pennini F e M


DATI TECNICI:
Lunghezza da chiusa: 14,2 cm.
Lunghezza da aperta con cappuccio inserito: 15,7 cm.
Lunghezza da aperta senza calzare il cappuccio: 13,1
Spessore impugnatura: 1 cm.
Spazio di impugnatura: 1,7 cm. prima di incontrare la filettatura di avvitamento
Finestra d’ispezione: NO
Lunghezza pennino: 2,2 cm.
Capacità converter: 0,9 ml.


PESO:
- da carica: 34 gr.
- da vuota: 32 gr.
- senza cappuccio: 18 gr.
- peso del solo cappuccio: 14
Sistema di caricamento: cartuccia / converter CON-70 (in dotazione)
Pennino in oro 14k
Cappuccio ad avvitamento.

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Gli esemplari oggetto di recensione sono la PHOENIX e la MONTE FUJI.

Inizialmente mi ero orientata sulla Phoenix perché volevo una penna che ricalcasse il mio nick name, ma il maki-e della Fenice non mi entusiasmava.
La “Fenice che risorge dalle proprie ceneri” simboleggia la determinazione di rialzarsi dopo ogni sconfitta - significa ritrovare la grinta per tornare di nuovo a credere in se stessi nonostante le difficoltà e le avversità della vita!

Ogni volta che trovo una penna con tale decorazione, mi sovviene un’unica esclamazione: “Assomiglia ad un pollo incrociato con un tacchino!”.
Più che un animale che risorge dalla proprie ceneri sembra un pollo uscito da una rosticceria!


La Monte Fuji invece ha il suo fascino mistico, degno della migliore tradizione giapponese.
Il suo dualismo (montagna-vulcano) ha una fortissima valenza religiosa e spirituale.
Ci sono particolari zone del Monte Fuji in cui sono state registrate anomalie elettromagnetiche o gravitazionali che alcuni religiosi hanno identificato come “invisibili energie mistiche in movimento”.
Questi “vortici” di energia spirituale sboccherebbero da tre “grotte”, punti sacri e segreti, che rappresentano: il passato - il presente - il futuro (Fonte: Storia delle Religioni - Cina - Estremo Oriente).

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Estetica e design: 8

La forma è ogivale, la linea è classica e la eccessiva sobrietà data dalla tonalità funerea viene smorzata da raffinate decorazioni maki-e.
La scritta Pilot risulta stampata in senso verticale lungo la clip, che ha la stessa forma a triangolo isoscele della Pilot Custom 823, ed il cui tratto finale è sigillato da una sfera dorata che ha la funzionalità di assicurare maggiore tenuta alla clip una volta agganciata al taschino.
La decorazione maki-e merita una nota di rilievo, soprattutto se tale produzione viene immessa sul mercato parallelamente alla nuova linea 1911 di Sailor.
E’ chiaro che le due case nipponiche intendono contendersi il mercato in modo artigianalmente creativo con la tecnica del maki-e e pertanto si andrà ad analizzare l’aspetto estetico delle due lavorazioni.

Sia Pilot che Sailor hanno dedicato una penna della loro nuova collezione al Monte Fuji, restituendo due visioni diverse:
Sailor ha evidenziato “la sacralità della montagna”, Pilot ha messo in rilievo “il vulcano” (la potenza interiore), anche se, quasi certamente, l’identificazione di una presenza divina nella montagna è legata alla sua attività vulcanica.


Tornando alla comparazione delle decorazioni, emerge che:

Sailor ha innevato con rifiniture di bordo dorate la montagna ed ha conferito, con effetto di riempimento glitterato, brillantezza alla neve. Tuttavia Sailor ha voluto “strafare” ed ha eccessivamente arricchito di inutili particolari la sua penna con un design degno di un bambino delle elementari (gli alberelli depositati su “strisce” marroni sembrano broccoli e le barche a vela sono disegnate in modo banale ed elementare). Tali “dettagli” hanno sortito l’unico effetto di “appesantire” esteticamente e visivamente la penna dando l’impressione di avere tra le mani un disegno caotico e poco curato.

Pilot ha optato per una linea molto più sobria, meno ricca di inutili e fastidiosi particolari ma più incisiva e, a mio avviso, di maggior gusto: un vulcano attivo.
Si segnala che la restituzione fotografica e video della Monte Fuji di Pilot è falsata: dal vivo la montagna si presenta marrone mentre con apparecchiature elettroniche il risultato è rosso porpora!
La neve sul Monte Fuji disegnata da Pilot è appena accennata ma è decorata in oro ed è in rilievo, le nubi decorano il cappuccio in modo discreto.
Senza ombra di dubbio Pilot si è dimostrata qualitativamente migliore nell’arte della decorazione maki-e!

La netta supremazia di Pilot in tale ambito è facilmente riscontrabile nel confronto tra la Pilot Two Cranes (i due aironi) e la Sailor Tsuru (sono anatre, oche o cos’altro?)
Non mi sarei mai aspettata un lavoro così approssimativo e poco curato da Sailor, soprattutto in considerazione del prezzo a cui viene proposta tale penna!


Per quanto riguarda la Pilot Phoenix c’è da dire che nessuna casa produttrice di penne stilografiche è in grado di disegnare una Fenice degna di risorgere dalle proprie ceneri, tuttavia non si può non evidenziare la cura per i dettagli, resi in modo maniacalmente preciso da Pilot.
Il Fenomeno l’ha scherzosamente soprannominata “la penna tacchino” ma è risultata di suo gusto e mi ha fornito una dimostrazione pratica del concetto “possesso vale titolo”.
Le ali infuocate e la coda dorata la rendono inequivocabilmente riconoscibile e identificabile come “la Fenice”.


Realizzazione e qualità: 10

La realizzazione è in metallo laccato, ed è il motivo per cui presenta un peso così rilevante.
La qualità è eccellente e si presta ad essere una penna per uso quotidiano nonché intensivo.
Non riscontro elementi di “fragilità” o “delicatezza” come nella Sailor 1911 Maiko, ma percepisco la solidità e la robustezza dell’intera penna: dal fusto al pennino.


Peso e dimensioni: 9

Le dimensioni sono assolutamente perfette! Sia di lunghezza che di circonferenza.
Ho avuto la sensazione che calzasse come guanto alla mia mano.
Confesso che sono partita alquanto prevenuta nei confronti di Pilot, giudicandola in modo negativo sulla base del mero peso della penna.
Ritenevo, sbagliando, che una penna in metallo, pesante, non potesse essere comoda, né tantomeno idonea per lunghe sessioni di scrittura e uso intensivo.
Le mie convinzioni sono venute meno quando ho materialmente testato la Phoenix / Monte Fuji.
Il peso c’è, ma è irrilevante, grazie ad una bilanciatura perfetta dei pesi.


Pennino e prestazioni: 10 sul pennino M - 9 sul pennino F

I pennini, sia F che M, sono rigidi.
Non è la rigidità da “rigor mortis” dei pennini europei, è una rigidità diversa che conferisce alla penna una certa affidabilità.
La si percepisce più solida rispetto ad altre case senza dover rinunciare al tratto nipponico.
Le prestazioni di scrittura sono eccellenti.
Il pennino Fine risulta più scorrevole del Fine Sailor ma non restituisce la stessa finezza nel tratto.
Il pennino M è sbalorditivo, assomiglia - per sensazioni di morbidezza e fluidità di scrittura - all’M400 della Pelikan, ma mantenendo la gradazione di tratto tipica giapponese.
C’è da confessare che su improbabili superfici di scrittura (carta igienica, il top della carta assorbente! Se riesco a scrivere senza spiumare su tale superficie, forse riuscirà a leggere anche il mio prof. quando correggerà il mio compito sui fogli protocollo che ci propinano in sede d’esame!) sia il pennino F sia il pennino M si comportano in modo dignitoso ma non all’altezza del pennini Sailor.


Caricamento e manutenzione: 9 (meno pratico ma molto originale)

Il caricamento avviene a converter.
Il CON-70, a differenza degli altri converter, ha un sistema peculiare di aspirazione dell’inchiostro, consistente nella ripetuta pressione del pulsante in apice allo stesso.
Quando ho visto questo tipo di converter ho pensato: “Ma io devo caricare la penna, mica andarci a pescare con questa roba!”.
Infatti il filo in metallo al quale è ancorato in modo scorrevole un mini-imbuto in acciaio, ricorda proprio il filo da pesca con attaccati i piombini!
Il “piombino” ha la funzione di rompere le bolle d’aria presenti all’interno del converter e ciò per garantire un costante flusso d’inchiostro verso il conduttore.


Qualità / Prezzo: n.d.

Facendo un confronto con la Sailor 1911 Maiko, appare doveroso precisare che, seppure Sailor abbia una eccellente qualità di scrittura (a mio avviso migliore rispetto a Pilot), tuttavia le decorazioni maki-e sono nettamente più accurate negli esemplari Pilot oggetto di recensione.
La cura per i dettagli, la minuziosità con cui vengono definiti i particolari, la sobrietà del disegno senza scadere nella banalità vedono Pilot predominare rispetto alla concorrente giapponese Sailor.
La qualità è innegabile sotto il profilo della solidità e robustezza:
- dei materiali di costruzione
- del pennino
e per l’accuratezza e la precisione con cui sono state eseguite le lavorazioni maki-e.
Ne vale la pena acquistare questa penna? Sì.


Personalmente amo Sailor, ma ciò non mi ha impedito di essere estremamente critica ed obiettiva nella recensione della Maiko, mentre ho un’avversione innata nei confronti di Pilot; tuttavia non posso esimermi dal riconoscere la qualità (robustezza e solidità) e la bellezza dell’attuale produzione Pilot.

Fenice & Fenomeno ringraziano l’amico Marco Moricci della Casa della Stilografica per gli esemplari messi a disposizione per la recensione.

Casa della Stilografica, ringrazia Fenice e Fenomeno per l'ottima recensione e lo splendido video!