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Omas Milord Arco Brown - Recensione di Lorenzo Gimona

Omas Milord Arco Brown - Recensione di Lorenzo Gimona

E’ inutile dilungarsi troppo sulla storia di questa penna. La OMAS fu fondata nel 1925 da Armando Simoni a Bologna (Officine Meccaniche Armando Simoni) e nei suoi anni di gloria, dalla fondazione a prima della guerra, innovò il mondo della stilografica con alcuni grandissimi modelli, la Omas Extra, prima penna sfaccettata e la Omas Extra Lucens anch’essa sfaccettata ma dal caratteristico fusto semitrasparente; le celluloide Omas erano di qualità superiore con una tavolozza più ampia.
Oggi, oltre alle edizioni speciali, ci rimangono la celluloide Wild e, la più famosa in assoluto, la celluloide Arco.

Passando alla penna, la Omas Milord è sul filone della Omas Extra, più piccola della sorella Paragon.


PRESENTAZIONE
La presentazione della penna è senza dubbio sontuosa, ed è la più pesante confezione che io abbia mai visto, con vari tappezzamenti in velluto imbottito ed il pratico portapenne singolo.

DISEGNO
Per quanto concerne il disegno è la penna sfaccettata per antonomasia, di forma dodecagonale. La colorazione Arco della celluloide è una serie di parabole concentriche che si incontrano sul dorso e sul ventre della penna, le facce parallele al pennino, in due archi con splendenti riverberi color marrone dorato.
Si avverte la tridimensionalità del disegno, con molteplici sfumature dal marrone più scuro all’oro. Il disegno è unico in ogni penna che letteralmente risplende alla luce con le sue scaglie dorate che si illuminano.
La penna è priva di particolari decorazioni dato che di per sé la splendida celluloide è una ammaliante finitura.
Vi è però il tipico anello fra fondello e fusto, la vera Omas sul cappuccio che merita una menzione particolare e, infine, un anello sulla sommità della penna, che è piramidale o pseudoconica.
Il fermaglio non sembra montato ad anello, in quanto sporge direttamente dal cappuccio, si arcua ed infine termina con una rotellina centrale al fermaglio, la cui linea si rialza senza mai toccare il corpo del cappuccio.
Nella continuazione del disegno generale della penna pure il fermaglio è sfaccettato. Anche con l’aggiunta della rotellina la particolare rigidità della clip rende difficile l’inserimento della penna nel taschino sebbene conseguentemente dovrebbe assicurare la massima tenuta.
Parlando della vera Omas alla base del cappuccio, penso meriti una menzione speciale la sua particolare foggia, che in parte segue il disegno sfaccettato della penna e in parte è circolare.
La vera ha un disegno a greca la cui lavorazione però è diversa dalla normale sbalzatura, bensì è lavorata ad impressione con molteplici righe dentro il disegno che donano una particolare lucentezza al lavoro, che risalta meglio sulla banda.
Il disegno a greca però si interrompe e la vera prende una forma circolare, sul dorso e sul ventre della penna, dove sono incise le scritte OMAS e Italy.
Evidentemente si è dovuta abbandonare la forma sfaccettata per operare l’incisione.
Anche se ciò non permette alla penna chiusa di rimanere con la clip in su, ma sempre coricata, benché ciò sia un dettaglio superfluo.
Aggiungendo un altro dettaglio superfluo - oramai l’inglese è la lingua internazionale -  sarebbe stato più incisivo scrivere Italia e non Italy.
Certo è però che questa particolare conformazione della vera dona un tocco originale alla penna ed è indiscutibilmente bella.
Una volta svitato il cappuccio vi è una lunga impugnatura cilindrica alla cui estremità vi è una anello dodecagonale.
Proprio nell’impugnatura si trova la maggiore differenza fra la Milord e la Paragon, oltre alle dimensioni.

Nella Paragon l’impugnatura è dorata, mentre nella Milord l’impugnatura è in celluloide garantendo continuità estetica alla penna una volta svitato il cappuccio e dando uno stile più sobrio.

FUNZIONAMENTO
La penna ha un sistema di caricamento a stantuffo, scorrevole e, grazie al fondello sfaccettato, si ha una buona presa. Non vi è finestra d’ispezione come nella maggior parte delle penne Omas, ciò si deve a ragioni stilistiche. La penna è totalmente ermetica, non vi è modo, mi sembra, di accedere alle parti interne casomai vi fossero guasti o lo stantuffo avesse bisogno di una lubrificazione. Perciò è necessario ricorrere all’assistenza.
La capacità del serbatoio è di 1,42ml. La durata dell’inchiostro nella penna dopo ogni ricarica è ovviamente soggetta all’uso che si fa della penna.

SCRITTURA
Se il disegno della penna è mozzafiato, il pennino è tutta un’emozione! Veramente questo aspetto della penna è superlativo. Io ho scelto il pennino flessibile della Omas, in oro 14 carati, tratto fine, che la Omas chiama extra-flessibile.
E’ chiaramente un’esagerazione perché esistono solo pennino semi-flessibili, flessibili e poi vi sono i wet noodle, all’apice, e questi sono per lo più relegati nel passato.
Vi sono solo alcune repliche non convincenti.
Pur se la nomenclatura di Omas rappresenta un’esagerazione, questo è veramente un pennino superbo: rispetto a tutti gli altri pennini di produzione contemporanea è il più flessibile a parer mio, più flessibile delle Noodler’s Ahab e secondo me, mi posso comunque sbagliare, anche della Marlen Aleph.
Questi confronti devono tener conto di una cosa: il pennino Omas è in oro, quelli delle penne sopra citate sono in acciaio.

Bisognerebbe anche confrontarlo con il T-flex della Stipula. Se si pensa alla vecchia scala di misurazione, collocherei questo pennino sopra i semi-flessibili ma poco sotto i flessibili.

Sin da subito è partita celermente, niente salti di tratto né tantomeno false partenze grazie ad un tratto snello ma che non lascia una fenditura di colore sul foglio, bensì una linea marcata, ed un flusso misuratamente corposo. Il pennino produce un fruscio di seta sulla carta e lascia un’idea di pienezza, con la penna in mano durante la scrittura.

Queste splendide caratteristiche sono dovute, oltre allo sfolgorante pennino anche ad un alimentatore di prima qualità, in ebanite a due capillari dal disegno particolarmente affusolato con una silhouette bassa e squadrata.

CONCLUSIONE E COMMIATO
Per finire con un giudizio generale, sconsiglio vivamente la penna a chiunque! Perché vi ruberà un quarto di ogni ora del vostro lavoro.
Mi distraggo facilmente ma con questa meraviglia risplendente ora lavorare è quasi impossibile: ammiro la perizia nella produzione, scruto la sovrapposizione di tanti strati, come scaglie di roccia in un paese lontano e sconosciuto, i colori ed i riflessi, come se leggessi un libro sempre diverso, sempre nuovo, più particolareggiato.
Una penna all’apice dell’eleganza, che sbaraglia nettamente la blanda concorrenza che le viene affiancata, elegante ma non per questo austera, fastosa ma non carica di ori, una bellezza che non scende a compromessi, signorile, elegante. Perciò nel mondo di oggi, poco incline all’eleganza e alla signorilità, questa, pur essendo nettamente superiore alla Monblanc sua rivale più logica, ma non più naturale, è relegata in un mercato di nicchia.
La bellezza è per chi la sa apprezzare, l’opulenza la capiscono tutti.

Infine ribadisco che questa è una delle migliori penne contemporanee, con un passato pulsante racchiuso in sé.

Arrivederci e grazie per essere arrivati sin qui, spero di non essere stato tedioso.

Lorenzo Gimona

Noi di Casa della Stilografica ringraziamo pubblicamente Lorenzo Gimona per la meravigliosa recensione della OMAS Milord Arco Brown!